Giovani: mons. Galantino, Chiesa in uscita “rifiuta di creare isole di ‘duri e puri’”

foto SIR/Marco Calvarese

(dall’inviato Sir a Bologna) – “Una ‘Chiesa in uscita’ non è quella che nei confronti dei giovani va chissà dove, ma è quella che si rifiuta di creare isole di ‘duri e puri’ che ce la fanno anche in mezzo a mille guai. ‘Chiesa in uscita’ è quella che sa essere grembo accogliente, che rigenera proprio là dove la vita è già compromessa dal peccato, dalla stanchezza e dalla sfiducia”. Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, celebrando, oggi a Bologna la Messa a chiusura della prima giornata del XV Convegno nazionale di pastorale giovanile sul tema “La cura e l’attesa”. Nella sua riflessione mons. Galantino è partito dal recente fatto di cronaca del sedicenne Giò, suicidatosi a Lavagna qualche giorno fa, e dal tormento della madre. “Chissà quante lacrime miste a impotenza avrà versato prima di chiedere aiuto”, ha osservato. “Oggi – ha proseguito – accettare il compito educativo significa – anche – incontrare una fragilità che appare sempre più pervasiva, dilagante e angosciante. Non vogliamo certo essere pessimisti e pensare l’educazione solo in termini drammatici; ma non vogliamo nemmeno essere ingenui e chiudere gli occhi sulle fatiche di crescere oggi”. “Ho paura di quei preti e di quei vescovi che non sanno sopportare la fragilità. Ho paura di questa gente che ha escluso la fragilità dalla loro vita”, ha aggiunto il segretario generale della Cei, sottolineando come ci siano “persone e anche qualche movimento ecclesiale che creano isole di duri e puri. Da dove viene tutta questa presunzione? Attenzione a fare i maestrini perché i ragazzi se ne accorgono e vanno via, vanno altrove”.

 

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