Parole O_stili: Mentana (Tg La7), “il giornalismo deve continuare a fare il suo lavoro sapendo che è considerato la malattia”

“Il giornalismo deve continuare a fare il suo lavoro sapendo che è considerato la malattia”. Lo ha affermato questa mattina Enrico Mentana, direttore del Tg La7, intervenendo a “Parole O_Stili” durante il panel dedicato a “Giornalismo e mass media”. Per Mentana, “quello che sta accadendo non è una rivolta contro il giornalismo passatista”. “Nell’epoca in cui l’informazione scritta era il tutto, nessuno, se non attraverso le lettere ai giornali, poteva immaginare quale fosse il feedback che arrivava dalla società”, ha ricordato il direttore, osservando che “oggi viviamo in una società completamente diversa, in cui resistono strumenti di 100 anni fa”. “L’informazione scritta è uguale nelle sue forme a 100 anni fa”, ha proseguito, evidenziando che “però oggi chi si presenta davanti all’edicola ha mille altri modi per avere le notizie più aggiornate di quelle pubblicate sui giornali”. “Questo comporta un ulteriore potere percepito da parte dei singoli”, ha notato Mentana, rilevando però che “nello stesso arengo abbiamo la Gazzetta Ufficiale e il muro del gabinetto maschile dell’autogrill”. “Sullo stesso social network – ha proseguito – troviamo il Papa e l’altro account di chi può bestemmiare dal mattino alla sera”. Si sta verificando “una messa in discussione radicale della stampa” da Trump negli Usa a Grillo in Italia. Secondo Mentana, “siamo percepiti ormai, strumentalmente o meno, come portatori di informazione malata o non più credibile”. “Ci sono quelli che non ci credono, le controfattualità, le teorie alternative e cospirazioniste. C’è chi cavalca questo e chi ci crede. Ma quelli che ci credono sono tanti”, ha rilevato il direttore, secondo cui, oggi, i giornalisti “devono scendere dalla torre d’avorio, che serve a isolare il giornalismo”. Anche perché il pensiero diffuso è che “se tu stai sulla difensiva è perché hai la coda di paglia”. “Bisogna che l’informazione esca in mare aperto, bisogna confrontarsi, dimostrare che si fanno buone pratiche e che si è concettualmente corretti, che si può sbagliare o avere ragione, ma non esistono modalità alternative all’analisi di chi fa informazione”. Mentana ha concluso dicendo che “il futuro è fuori dalle pagine dei giornali perché fra 20 anni il giornalismo scritto non esisterà più; mentre quello televisivo esisterà solo per una fascia di persone”. Ma “noi dobbiamo continuare ad esserci perché l’informazione deve continuare”.

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