“L’hater visto da vicino è qualcuno di cui prendersi cura. Le cose cambieranno se ci prenderemo cura degli ostili”. Lo ha affermato questa mattina Bruno Mastroianni, giornalista e docente in media relations presso la Pontificia Università della Santa Croce, intervenendo a “Parole O_Stili” durante il panel dedicato a “Social media e scritture”. “Oggi incontriamo il diverso come situazione ordinaria. Non è facile avere a che fare con mondi diversi dai nostri”, ha proseguito, evidenziando che “non si tratta tanto dell’ostilità degli altri, quanto della nostra difficoltà nell’entrarci in contatto”. “La fonte dell’odio online – ha aggiunto – è frutto del fatto che vorremmo un presente semplice e un futuro prevedibile”. Per Mastroianni la “#disputafelice” è quella che “dobbiamo imparare a comunicare per farsi capire da chi non è d’accordo”. Francesca Chiusaroli, docente all’Università di Macerata, ha parlato invece di “anglismi che si odiano”, “parole irritanti per come sono scritte”, “abbreviazioni che non si sopportano” per presentare il progetto di “ScrittureBrevi.it”. Pierdonato Vercellone, presidente di Ferpi e responsabile Comunicazione e Csr presso Sisal Group, ha sottolineato come “i professionisti e le aziende hanno un ruolo fondamentale nel costruire emozioni positive” introducendo alcuni spot pubblicitari di famosi brand internazionali che oltre alla promozione del prodotto veicolavano messaggi su tematiche sociali. Lorenza Alessandri, professoressa di lettere e attrice, ha iniziato il suo intervento chiedendosi: “Quanto della rete finisce nella realtà, soprattutto dal punto di vista comunicativo?”. “Bisogna avere opinioni se sono minimamente documentate”, per questo in classe ha istituito “l’aristocrazia delle competenze” per “insegnare agli adolescenti a costruirsi un’opinione”. “L’esperimento sta funzionando abbastanza bene”, ha commentato Alessandri, sottolineando che “è diminuita la quantità delle interazioni ma ne è aumentata la qualità”.