Parole O_stili: Curini (Voices From the Blogs), “politica, misoginia, xenofobia e omofobia sono le fonti di odio nei commenti in rete”

“Politica, misoginia, xenofobia e omofobia sono le quattro categorie fonti di odio nei commenti in rete”. Lo ha affermato ieri Luigi Curini, presidente di Voices From the Blogs, nel corso del suo intervento a “Parole O_Stili” in svolgimento anche oggi a Trieste. Curini ha presentato i dati di un’analisi volta a “mappare in tutta Italia la rabbia e l’amore che vengono espressi nei commenti online”. “Ci siamo focalizzati su 80 milioni di tweet geolocalizzati in Italia e pubblicati dal 1° giugno al 31 dicembre 2016”, ha spiegato il presidente di Voices From the Blogs, rilevando come “complessivamente emerge che fino ad inizio di novembre sono stati di più i post che esprimono amore rispetto a quelli che esprimono odio”. “All’inizio di novembre è iniziato un picco che porta alla settimana del Referendum costituzionale con un 30% di tweet che esprime un sentimento di rabbia e di odio”. “Verso Natale poi è risalito il numero di tweet che esprimono amore ma sono stati comunque inferiori a quelli che esprimono odio”. Curini ha presentato poi le mappe di rabbia e amore in Italia, creata grazie alla geolocalizzazione dei tweet. “Roma è prima per percentuale complessiva di rabbia nei tweet sul totale, così come sul tema dell’omofobia e della xenofobia. Un’altra città che emerge è Milano”, ha notato Curini, aggiungendo che “se si mettono insieme le due mappe risulta un’Italia variegata”. Secondo il presidente di Voices From the Blogs, “esiste una relazione tra il vivere in metropoli e la percentuale di tweet che esprimono rabbia” il che porta a dire che “è sbagliato considerare il mondo offline e online come due mondi diversi”. Inoltre “vivere in un contesto in cui c’è un basso livello di criminalità influenza il tipo di comportamenti in rete”. Un altro dato interessante fa emergere che “non c’è relazione tra percentuale di extracomunitari presenti in una provincia e livello di xenofobia registrato”. Curini ha concluso il suo intervento con un ultimo dato: “Non è vero che nelle province più povere d’Italia ci sia un livello di odio e di rabbia maggiore ad altre province”.

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