Papa Francesco: ai Mariani, “vicini ai semplici”, “non siamo principi”

Vaticano, 18 febbraio 2017: Papa Francesco riceve in udienza i Chierici Mariani dell’Immacolata (Foto L'Osservatore Romano)

“La testimonianza cristiana richiede anche l’impegno con e per i poveri, un impegno che caratterizza il vostro Istituto fin dalle origini. Vi incoraggio a mantenere viva questa tradizione del servizio alle persone povere e umili, attraverso l’annuncio del Vangelo con linguaggio a loro comprensibile, con le opere di misericordia e il suffragio dei defunti. Quella vicinanza alla gente come noi, semplice”. Così Papa Francesco ai partecipanti al Capitolo dei Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione, ricevuti questa mattina in udienza. La Congregazione, presente in venti Paesi del mondo, è dedita soprattutto all’istruzione cristiana dei giovani, alle missioni e all’apostolato della stampa. “A me piace – ha confidato il Papa – quel passo di Paolo a Timoteo (cfr 2 Tm 1,5): custodisci la tua fede, quella che hai ricevuto da tua mamma, dalla tua nonna…; dalla semplicità della mamma, della nonna. Questo è il fondamento. Noi non siamo principi, figli di principi o di conti o di baroni, siamo gente semplice, di popolo. E per questo ci avviciniamo con questa semplicità ai semplici e a quelli che soffrono di più: i malati, i bambini, gli anziani abbandonati, i poveri,… tutti. E questa povertà è al centro del Vangelo: è la povertà di Gesù, non la povertà sociologica, quella di Gesù”. Tra gli obiettivi del Capitolo dei Mariani: la riflessione circa le leggi e gli ordinamenti della Congregazione. “Si tratta di un’opera importante – ha sottolineato il Papa -. Vi esorto pertanto a compiere tale riflessione con fedeltà al carisma del Fondatore e al patrimonio spirituale della vostra Congregazione e, in pari tempo, con cuore e mente aperti alle nuove necessità della gente. È vero, dobbiamo andare avanti con le nuove necessità, le nuove sfide, ma ricordatevi: non si può andare avanti senza memoria. È una tensione, continuamente. Se io voglio andare avanti senza la memoria del passato, della storia dei fondatori, dei grandi, anche dei peccati della Congregazione, non potrò andare avanti. Questa è una regola: la memoria, questa dimensione ‘deuteronomica’ propria della vita e che va usata quando si deve aggiornare una congregazione religiosa, le costituzioni, sempre”.

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