La Civiltà Cattolica: fascicolo numero 4000. Gli interventi di Fattorini, Riccardi e Amato

La storica Emma Fattorini

Una rivista che “ha accompagnato la storia della Chiesa e del Paese”, “non senza ambivalenze”, eppure “sempre in prima linea nella lettura del presente”. Sono molteplici le osservazioni giunte sul profilo storico e attuale de La Civiltà Cattolica, rivista dei Gesuiti che giunge al fascicolo numero 4000, celebrato, fra le varie iniziative, con una tavola rotonda svoltasi oggi a Roma. Emma Fattorini, docente di Storia contemporanea, senatrice della Repubblica, ha svolto, per sua stessa ammissione, “la parte del diavolo”, indicando numerosi punti critici emersi dalla storia complessiva e dalle pagine della rivista: dal “gesuitismo” all’intransigentismo, fino ai silenzi sulla questione ebraica o sulla morte di Manzoni e di don Milani. “La Civiltà Cattolica – ha affermato Fattorini – fu spesso in ritardo nell’acquisire una piena riconciliazione con la modernità”. La stessa Fattorini è poi passata ad elencare invece i numerosi elementi positivi della rivista, “capace di grandi aperture” e di approfondite e articolate letture della vita culturale, politica e religiosa dell’Italia e della Chiesa cattolica. Andrea Riccardi, storico, fondatore della comunità di Sant’Egidio, ha affermato dal canto suo che “il numero 4000 è già una sfida vinta”. La Civiltà Cattolica “è una rivista vicina al potere, al papato, ma non una rivista di corte né è mai stata la ‘voce del padrone’”.
Quale il segreto?, secondo Riccardi: “Il fatto di acvere alle spalle un gruppo culturale autonomo, che opera costantemente la mediazione tra la visione del Papa e un popolo di lettori”. Ampia l’analisi dello storico circa il rapporto tra fede e cultura nella vicenda italiana, dal Risorgimento (quando nacque la pubblicazione) ad oggi. “Quella della Civiltà Cattolica è una cultura pensata eppure popolare” e, infine, “questa è l’unica rivista nel nostro Paese che oggi pensa la politica”. Quindi l’intervento di Giuliano Amato, giudice della Corte costituzionale. “Il numero 4000 è una prova di vitalità”. Amato ha sottolineato il valore della rivista in un’epoca di linguaggi e di riflessioni di corto respiro, mentre “questa è una pubblicazione ricca di contenuti e che si fa leggere”. Amato ha insistito poi sulla capacità della redazione di scrittori della “Civiltà Cattolica” di “stare sulla frontiera” e di aiutare a “ricercare e a capire quali siano le frontiere oltre le quali non possiamo andare”. Amato ha poi insistito, con una lunga digressione, sul valore e la difesa della vita umana.

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