Giovani: progetto Europe 2038. Caravita (Un. Cattolica), “under25 impauriti ma credono nell’Ue”

Simona Caravita, Università Cattolica

L’indagine presentata a Brescia sul futuro dei giovani e l’Europa – che ha interessato 4019 giovani di sette Stati – apre numerose piste di riflessione che vengono discusse anche nel corso di una tavola rotonda con numerosi esperti. La curatrice per la parte italiana della ricerca, la professoressa Simona Caravita (Facoltà di Psicologia, Università Cattolica), ha spiegato: “I dati italiani offrono uno spaccato interessante, e in parte improntato negativamente, delle sfide che i nostri giovani ritengono dovranno essere affrontate negli anni a venire dall’Europa”. Dalle risposte “dei nostri connazionali emerge, infatti, una preoccupazione rilevante per la situazione politica intraeuropea, con il 44,6% dei giovani che riportano il timore di una diffusione del terrorismo e oltre il 28% quello di una possibile guerra interna al continente. Anche lo spettro della disoccupazione e della diffusione del razzismo e della discriminazione vengono segnalati tra i problemi maggiori per l’Europa”. Oltre a “esprimere i loro timori, i giovani hanno offerto, però, anche indicazioni importanti per l’agenda politica, segnalando tra le priorità future dell’azione dell’Ue i temi della difesa e della salvaguardia dei diritti umani (48,5%), dell’istruzione (47,7%) e della sicurezza (37,8%)”. Educazione e rispetto dei diritti delle persone “sembrano, quindi, essere per i giovani alcune delle possibili soluzioni per migliorare la situazione europea”.
Caravita aggiunge: “Nonostante le loro paure, inoltre, i giovani italiani appaiono credere nell’Europa, esprimendo maggiore fiducia nelle istituzioni europee che in quelle nazionali e con quasi l’89% che valuta che l’Italia debba restare nell’Unione europea”. Ancora una annotazione della ricercatrice: “Il complesso dei risultati dello studio”, che ha coinvolto 800 under25 italiani, “suggerisce, pertanto, che nell’adolescenza e nella giovane età adulta gli italiani, pur impegnandosi attivamente nella vita politica europea solo in percentuali ridotte, credono comunque nell’Europa e si riconoscono nei suoi valori, sapendo identificare chiare priorità per le linee d’azione che l’Europa dovrà riuscire a definire negli anni a venire”.

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