Sudafrica: salario minimo nel nome di Mandela

(DIRE – SIR) – Un salario minimo, da applicare a livello nazionale per combattere allo stesso tempo povertà e disuguaglianze: la proposta è stata fatta propria dal vice-presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, dopo la più grave sconfitta elettorale per l’African National Congress (Anc) che fu di Nelson Mandela. Il progetto prevede un salario minimo equivalente a 260 dollari al mese, circa un dollaro e mezzo l’ora, una somma equivalente al reddito pro capite medio in un Paese dove il tasso di disoccupazione supera il 27 per cento e quasi metà della popolazione vive in povertà. Ramaphosa ha dato il suo via libera pochi giorni dopo la diffusione di un rapporto che conferma le disparità nel Sudafrica post-apartheid: i neri, circa l’80 per cento della popolazione, guadagnerebbero ancora solo un quinto rispetto ai bianchi. Il salario minimo è stato introdotto negli ultimi anni in diversi Paesi dell’area subsahariana, come il Camerun, il Ghana e la Costa d’Avorio. Il Sudafrica rappresenta però un caso differente, per il maggior rilievo economico e il peso minore del settore informale: condizioni che potrebbero favorire l’efficacia del provvedimento. La sconfitta elettorale dell’Anc risale a luglio. Per la prima volta dalla fine del segregazionismo, il partito di Mandela ha perso il governo della capitale economica Johannesburg. (www.dire.it)

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