Siria: padre Varriano (Nazareth), “Persone torturate perché cristiane”

“Abbiamo trovato una Siria totalmente devastata, Aleppo è totalmente distrutta, la città di Homs, tra Aleppo e Damasco, è distrutta al 70%. Il famoso mercato di Aleppo, il centro storico di questa che è una delle città più antiche del mondo, totalmente distrutto. Dinanzi a tanto dolore, la Chiesa cerca di essere vicina alla popolazione”. È quanto dichiarato da padre Bruno Varriano, guardiano e rettore della basilica dell’Annunciazione di Nazareth, in Terra Santa. Da poco tornato dalla Siria, dove ha incontrato il parroco di Aleppo, padre Ibrahim Alsabagh, il religioso ha potuto incontrare “i cristiani e i frati che si trovano lì, ai quali abbiamo detto che non sono stati abbandonati, così come non lo è stata la Siria e che la loro vita non è meno importante della nostra”. “Ho trovato un popolo cristiano e una comunità cristiana molto uniti – ha affermato – i sacerdoti, i frati, i religiosi, i salesiani, i francescani, sono molto vicini ai cristiani. I nostri conventi sono diventati case per rifugiati”. “Penso che quello che mi hanno raccontato e quello che ho visto dovrebbe essere letto nelle nostre chiese come testimonianza di fede al giorno d’oggi – ha aggiunto padre Varriano – Persone che sono state torturate perché sono cristiane, perché possiedono una croce…torturate….oggi! Mi rendo conto che oggi, con tante difficoltà, con tante devastazioni, la Siria può essere un grande esempio di fede per il mondo”. Dal 2011 la popolazione della Siria è vittima del conflitto tra il governo e i gruppi ribelli e gli estremisti islamici. I dati dell’Onu divulgati l’anno scorso indicano che più di quattrocentomila persone hanno perso la vita e che in quasi cinque milioni sono stati costretti a lasciare il paese. Il 70% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile. Mancano medicine, elettricità, cibo, scuole e alloggi.

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