(Strasburgo) Il dibattito in corso all’Europarlamento sull’accordo commerciale con il Canada (Ceta) polarizza le posizioni dei gruppi politici e divide gli eurodeputati. Diversi interventi parlano del Ceta come di una grande occasione per la crescita economica e occupazionale dell’Ue; altri ne sottolineano tutti i possibili aspetti negativi, dall’invasione di prodotti ogm e carni agli ormoni fino alla perdita dei posti di lavoro. Le cifre portate dagli uni e dagli altri non corrispondono minimamente (“è un dibattito tra sordi”, taglia corto un deputato). “L’accordo Ceta – riassume una nota dell’ufficio stampa del Parlamento – eliminerà i dazi sulla maggior parte dei beni e dei servizi e aprirà il mercato degli appalti pubblici del Canada alle imprese europee. Per fugare le preoccupazioni dei cittadini che l’accordo dia troppo potere alle multinazionali, Ue e Canada hanno confermato esplicitamente il diritto degli Stati a rifarsi al diritto nazionale”. Il Ceta si propone fra l’altro – in epoca di possibili chiusure protezionistiche degli Usa – di intensificare la cooperazione bilaterale con Ottawa per varie questioni non commerciali, “quali la politica estera e di sicurezza, la lotta al terrorismo, la lotta alla criminalità organizzata, lo sviluppo sostenibile, la ricerca e la cultura”.