Migranti: vescovi del Messico e del Texas, “tocchiamo con mano il dolore” dopo le scelte politiche

“In questo momento difficile della nostra storia ascoltiamo il clamore dei nostri fratelli migranti, nei quali ascoltiamo la voce di Cristo”. Lo affermano in un messaggio diffuso nella serata di ieri (piena notte in Italia) i vescovi delle diocesi frontaliere del Messico e del Texas, riuniti a Brownsville (Usa) per il semestrale incontro chiamato “Mex-Tex”. Una consuetudine avviata nel lontano 1986, ma il primo appuntamento dopo l’elezione di Donald Trump. “Gesù, Maria e Giuseppe, come migranti e rifugiati, cercarono un luogo per vivere e lavorare, sperando in una risposta di compassione umana. Oggi questa storia si ripete. Questa mattina – scrivono i vescovi – abbiamo visitato centri di detenzione e luoghi di accoglienza rivolti soprattutto a madri, adolescenti e minori migranti. Questi centri sono luoghi che riflettono condizioni di vita intollerabili e inumane”. Prosegue la nota: “Negli anni abbiamo toccato con mano la sofferenza causata da un sistema migratorio ormai a pezzi, a causa di condizioni strutturali ed economiche che generano minacce, deportazioni, impunità e violenza estrema. Una situazione che si riferisce sia alla frontiera tra Messico e Centroamerica che a quella tra Stati Uniti e Messico”. Questa realtà “oggi sta diventando molto più evidente, di fronte alle politiche che le autorità civili stanno seguendo. In seguito a queste scelte tocchiamo con mano il dolore per la separazione delle famiglie, per la perdita del lavoro, per le persecuzioni e le discriminazioni, per le espressioni di razzismo, le deportazioni non necessarie, che paralizzano lo sviluppo delle persone nelle nostre società e lo sviluppo delle nostre nazioni, lasciandole nell’incertezza e senza speranza”.

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