Amoris Laetitia: mons. Galantino (Cei), non condannare divorziati risposati. “Genio femminile” antidoto a “crisi di panico”

Roma, 13 febbraio 2017: mons. Nunzio Galantino interviene a un incontro formativo per le religiose salesiane sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia

“L’atteggiamento verso chi ha sperimentato la fragilità del proprio amore deve essere capace di integrazione e privo di sentenze di condanna, anche nei confronti di chi ha acquisito una nuova unione”. A ribadirlo è monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che nel discorso rivolto oggi alle Figlie di Maria Ausiliatrice ha citato le parole di Benedetto XVI e quelle di Papa Francesco, che nell’anno giubilare appena trascorso ha esortato la comunità ecclesiale ad adottare verso i divorziati risposati e, in generale, le famiglie fragili e ferite “una prospettiva meno giudicante e più luminosa, attraverso il collirio della misericordia, che da sempre ha rischiarato lo sguardo dei credenti”. “Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle”, ha ammonito Galantino sulla scorta dell’Amoris Laetitia. “Nell’accompagnare le coscienze – ha aggiunto – il segreto per evitare le crisi di panico dinanzi al cambiamento culturale che stiamo vivendo, è uno sguardo nuovo sulla caducità dell’uomo”. Di qui la necessità – ha concluso – di “dare nuovo spazio al genio e alla sensibilità femminile”, andando oltre sia la “sterilità del femminismo che, partendo dalla legittima necessità di restituire dignità alla donna, l’ha posta in una continua competizione con il mondo maschile finendo per farle perdere la sensibilità femminile e rinchiuderla tragicamente in alcuni tratti virili”, sia il “clericalismo che talvolta colpisce anche i laici, quando diventano dei ‘preti mancati’ o quando odorano più di sagrestia che di famiglia”.

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