Terremoto: mons. Boccardo (Spoleto-Norcia), “necessaria una riflessione congiunta per delineare i criteri della ricostruzione”

“Ricostruire tutto come prima, ammesso che sia possibile, vorrebbe dire fare dei falsi, cancellare qualsiasi traccia di questo terremoto. Dunque rispetto alla storia è una grande responsabilità”. Così l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, interviene nel dibattito sulla ricostruzione post-sismica. In un’intervista pubblicata da “La Voce”, il settimanale delle diocesi umbre, l’arcivescovo ritiene “necessaria una riflessione congiunta di tutti gli enti e le istituzioni coinvolte, per delineare i criteri da porre alla base della ricostruzione”. Un confronto da avviare anche tra vescovi delle diocesi colpite – “immagino che ci sarà il tempo e l’occasione per farlo” afferma – e che va affrontato “insieme nella ricerca di quello che è bene”. “Qui non si tratta di essere da una parte o dall’altra”, ammonisce Boccardo, rilevando che si tratta di “un lavoro serio e impegnativo che dobbiamo affrontare pacificamente, cioè senza polemiche, senza prese di parte ma nella ricerca e nel rispetto del meglio”. Rispetto alla ricostruzione delle chiese – “nell’Alta Valnerina gli edifici di culto sono tutti o distrutti o non agibili perché gravemente danneggiati” -, l’arcivescovo invita a “non trattare questi edifici unicamente come monumenti” perché nelle chiese crollate “c’è tutto un patrimonio di fede e di sentimenti che racconta la vita di questa gente”. Favorevole alla costruzione di “una chiesa moderna da capo a piedi”, l’arcivescovo rilevando che “abbiamo tante chiese e non abbiamo più i cristiani da metterci dentro” suggerisce che “alcuni di questi luoghi diventino quasi dei luoghi della memoria”. Inoltre “se l’Europa si impegna a ricostruire la basilica di San Benedetto” questo “avrebbe un grande valore simbolico” perché significherebbe “che l’Europa riconosce il contributo di Benedetto alla costruzione della coscienza europea e che l’apporto dell’umanesimo cristiano interpretato dal patrono d’Europa nella sua Regola, è ancora valido oggi”.

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