Relazioni Cina-Vaticano: Giovagnoli (Univ. Cattolica), “Nel libro di Tong un’indicazione chiara”

“L’accordo tra Santa Sede e Cina non è un’eventualità da discutere: è un dovere da compiere”, si apre ricordando le conclusioni del testo, l’analisi di Agostino Giovagnoli del saggio scritto dal cardinale John Tong Hon, vescovo di Hong Kong, sulle relazioni sino-vaticane pubblicata oggi su “Avvenire”. Il libro di Tong, spiega Giovagnoli, “presenta un quadro molto chiaro del punto cui si è arrivati e prefigura con precisione le prossime tappe” auspicando un’intesa tra Cina e Santa Sede in cui “la conclusione che è tempo di firmare l’accordo non riflette solo opinioni personali”. Il nodo su cui si gioca l’intesa è quello relativo alla nomina dei vescovi in Cina, “che rispetterà il principio: ‘Il Papa deve rimanere l’ultima e la più alta autorità nel nominare i Vescovi’. Un’eventuale ‘elezione’ locale rappresenterebbe solo ‘un modo di esprimere raccomandazioni della Conferenza episcopale locale’”. Giovagnoli nella sua analisi nota che il cardinale Tong “è sicuro che tale accordo costituirà la ‘pietra miliare del cammino verso la normalizzazione dei rapporti tra la Cina e il Vaticano’. Ma non è per nulla ‘la meta finale’”. Il vescovo di Hong Kong infatti “richiama esplicitamente i tre grandi problemi che restano aperti: l’Associazione patriottica, i vescovi illegittimi e quelli clandestini”. Ma per tutti e tre, commenta Giovagnoli, Tong vede una possibilità di soluzione. E, dopo aver confutato le obiezioni di chi contesta la mancanza di una piena libertà religiosa o vorrebbe legare il buon fine delle relazioni all’indipendenza del Tibet, conclude: “sotto le direttive del principio di un sano realismo, che papa Francesco ci insegna, è chiaro quale sia la via che la Chiesa cattolica in Cina deve intraprendere”.

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