Giovani: Rosina (demografo), “nonostante basso indice di fecondità rimane alto il desiderio di avere figli”

“La società cresce e prospera quanto più investe sulla possibilità che i giovani siano energia viva che mette in moto processi. Mettere i giovani ai margini significa creare società bloccate e provocare meno crescita e meno coesione sociale”, avverte Alessandro Rosina, docente di demografia all’Università Cattolica di Milano e coordinatore scientifico del Rapporto Giovani promosso dall’Istituto Toniolo. Intervenendo questo pomeriggio alla prima giornata del XXXVII convegno Bachelet “Mobilità – immobilità. La società italiana per le nuove generazioni” (Roma, 10 – 11 febbraio), Rosina afferma: “Siamo diventati un paese che ha difeso il benessere che ha acquisito; ci siamo messi in una fase difensiva senza più investire sulle nuove generazioni. Mancano politiche attive e uscire dalla casa dei propri genitori, formare famiglia, tutte le tappe verso l’età adulta vengono posticipate”. “Il basso indice di fecondità dei giovani tra 18 e 34 anni – avverte però il demografo – non riflette il desiderio di aver figli che rimane alto e appare l’unica scelta ‘irreversibile’ in termini di assunzione di responsabilità”.

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