Giorno del ricordo: Ungaro (“Voce Isontina”) sul Sir, “impegnarsi in cammini di riconciliazione e di condivisione della memoria”

“Celebrare il Giorno del ricordo è un dovere per il nostro Paese per onorare la memoria di quanti furono parte delle tragedie di quei giorni. Ma per farlo è altrettanto doveroso impegnarsi in cammini di riconciliazione e di condivisione della memoria che soli possono garantire il non ripetersi di quegli avvenimenti. Altrimenti 70 anni saranno passati inutilmente”. Lo afferma Mauro Ungaro, direttore del settimanale della diocesi di Gorizia “Voce Isontina”, in una nota pubblicata oggi dal Sir in occasione del Giorno del ricordo, nel quale si fa memoria “di tutte le vittime delle foibe”. “In fondo alle foibe – ricorda Ungaro – si ritrovarono affratellati dalla violenza di un tragico destino coloro che l’idiozia delle ideologie aveva voluto rendere nemici: italiani, sloveni, tedeschi, croati”. “In quei ‘buchi neri dell’umanità’ – prosegue – sembrava persino possibile che andasse per sempre perduta la memoria degli uomini e delle donne che vi erano stati gettati: questo volevano i loro aguzzini come ennesimo segno di un disprezzo che non riconosceva la dignità dell’esistenza umana”.
Per il direttore, “quegli uomini e quelle donne furono uccisi due volte: la prima dalle mani dei loro simili e la seconda dal silenzio di chi aveva deciso – per convenienza politica e tornaconto personale – che su quelle scomode vicende dovesse calare l’oblio”. “Un silenzio simile è calato per decenni – aggiunge Ungaro – anche sull’esodo degli italiani costretti a fuggire dall’Istria e dalla Dalmazia”. Per loro, “l’offesa più grave fu, probabilmente, il doversi sentire ‘stranieri in patria’; trattati come ospiti in quel Paese che era il loro ma che non esitava a trattarli quasi da colpevoli ‘per essersene andati’ piuttosto che da vittime”.

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