Card. Ravasi: la mancanza di salute è anzitutto “questione esistenziale”. Non “giudicare disperazione che provoca”

“La malattia è sostanzialmente un evento simbolico, non solo fisiologico; è anzitutto una questione esistenziale. Per questo, oltre alla scienza medica, accanto al malato è necessaria anche la scienza umana: anatomia e spiritualità. La terapia deve essere accompagnata da un’antropologia globale”. Ne è convinto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, che questa mattina ha tenuto una lectio al Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, in occasione dell’incontro promosso dall’Ospedale alla vigilia della XXV Giornata mondiale del malato che ricorre domani. Nel corso della mattinata è stato presentato il Libro bianco dell’oncologia ed è stato inaugurato il Centro di radioterapia oncologica Gemelli Art (Advanced Radiation Therapy). Due le “tavole” nelle quali il porporato ha articolato la sua riflessione intitolata “Il dolore innocente: sfida per la fede”. Partendo dalla prima, l’oscurità e la mancanza di senso, il card. Ravasi osserva: “Le malattie spesso generano disperazione; non bisogna giudicare questo stato d’animo”. Di qui l’affermazione di Martin Lutero, delle cui tesi ricorre il 500°: “Dio probabilmente gradisce molto di più le bestemmie dell’uomo disperato che non le lodi compassate del borghese benestante la domenica mattina durante il culto”. E dall’oscurità che “ogni tanto attanaglia il credente e il non credente”, assicura Ravasi, non è esente “l’uomo di Chiesa”.

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