Stati Uniti: mons. Garcìa-Siller (Texas), “con il Messico siamo un unico Paese”

“Negli Usa abbiamo avuto una campagna elettorale turbolenta. Ha creato tensioni, ha portato una forte divisione già dalle prime battute. Sento adesso l’urgenza di una situazione di pace”. Così monsignor Gustavo Garcìa-Siller, arcivescovo di San Antonio in Texas, in un’intervista pubblicata oggi su “Avvenire” in cui mette in luce le difficoltà create dal muro che il neopresidente Donald Trump vuole erigere con il Messico. “Sono le famiglie ad essere separate con la costruzione di questo muro – dice l’arcivescovo -. Figli che sono andati a cercare migliore sorte negli Usa, qui in Texas. Genitori che vorrebbero riunirsi”. E continua: “Come vescovi seguiamo la difesa della dignità della persona. Dal primo momento della vita all’ultimo, dai bimbi soli agli homeless”. I più colpiti da questa iniziativa sono “come sempre i poveri, coloro che lasciano situazioni disperate nei loro Paesi: criminalità, narcotraffico, sequestri, arrivando qui tra mille pericoli. E tra questi i bambini, vittime ancora più vulnerabili. Come pure le donne”. E ricordando che proprio a San Antonio, con la battaglia di Alamo, un pezzo di Messico divenne terra statunitense e che tanti texani sono nati o hanno i genitori messicani, ribadisce: “Siamo un unico Paese”. “Sono consapevole delle gravi sfide che abbiamo di fronte lungo il confine – conclude mons. Garcìa-Siller -, ma sono stato anche edificato dai meravigliosi sforzi di persone di buona volontà e di fede, provenienti da tutto il Paese, per accogliere donne e bambini in questo momento difficile”.

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