Sicurezza e cooperazione: mons. Gallagher (Santa Sede) all’Osce, “devono fondarsi su giustizia, solidarietà, rispetto diritti umani”

“La sicurezza e la cooperazione tra gli Stati possono essere sostenute solo se si fondano non sulle abilità politiche e strategiche, ma sulla giustizia, sulla solidarietà e sul rispetto dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali”. Lo ha detto il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul R. Gallagher, nel discorso pronunciato lo scorso 7 dicembre al XXIV Consiglio ministeriale dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che si è chiuso ieri a Vienna. Nel suo intervento, reso noto oggi dalla Sala stampa della Santa Sede, il diplomatico ha ammonito: “Se vogliamo cercare la vera pace, la dignità intrinseca di ogni persona umana, dalla quale derivano i suoi diritti inalienabili, deve rimanere il nostro punto di partenza. Certamente, i diritti umani e le libertà fondamentali non possono essere separati dal dovere di ogni cittadino di rispettare i diritti degli altri e di cooperare a favore del bene comune. I diritti senza obblighi corrispondenti non sono affatto diritti”. “L’anno in corso – aveva esordito Gallagher – ha confermato che le sfide alla sicurezza e alla stabilità che gli Stati aderenti all’Osce sono chiamati ad affrontare sono numerose, e tra queste ci sono anche i cosiddetti ‘conflitti congelati’ che risalgono a decenni fa”, oltre ai recenti “conflitti e attacchi terroristici e altri episodi di violenza” innescati da vari episodi di radicalizzazione, i cosiddetti Verlt (Violent Extremism and Radicalization that Lead to Terrorism”. La Santa Sede, ha detto fra l’altro l’arcivescovo, “esprime preoccupazione” per “l’indurimento dei cuori nei confronti dello straniero, in particolare migranti, rifugiati”, ma anche verso quelli che “a causa di razza, sesso o religione” diventano “vittime di ingiusta discriminazione”.

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