Famiglia: don Gentili (Cei), ragazzi disabili “preziosa risorsa per tutti” ma occorre “liberare lo sguardo”

“Animatema è un metodo di animazione che partendo dalla luce della Parola di Dio cerca di mettersi a supporto dei genitori nel loro compito educativo, dando vigore al dinamismo familiare”. Esordisce così don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, rivolgendosi ai partecipanti al corso annuale di formazione per animatori di “Animatema di famiglia” che si conclude domani a Roma (Abbazia delle Tre Fontane, 8-10 dicembre). Tema dell’incontro, promosso dal suddetto Ufficio Cei, “Animatori di felicità… sulle orme di San Paolo”. “Animare con i papà e le mamme alla luce del VII capitolo di Amoris Laetitia” il tema della riflessione di don Gentili che quest’anno si sofferma su casi di ragazzi “particolarmente difficili da accompagnare, come custodi della gioia che Dio ha depositato in loro”. La gioia cui ci invita Papa Francesco, avverte, “non è a basso prezzo e chiede un sano realismo, rapportandosi con le famiglie attuali, con i ritmi infernali di tanti papà e tante mamme, i loro drammi e le loro fatiche; ma è soprattutto fatta del sorriso di chi, tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro, incontra di nuovo le persone che ama”. La fascia di età considerata è quella tra i 12 e i 14 anni. “Può capitare che nel gruppo ci sia un ragazzo con disabilità evidenti e che ciò faccia emergere un certo imbarazzo nel gestire la sua presenza rispetto agli altri”, ma “potremo far scoprire agli altri ragazzi quel fratellino o sorellina disabile come preziosa risorsa per tutto il gruppo”. Per don Gentili “occorre aiutare coloro che si sentono abili in tutto a scoprirsi come disabili in alcuni ambiti, e a liberare invece uno sguardo nuovo capace di cogliere in coloro che chiamiamo disabili i veri ‘collaboratori della nostra gioia’”, come sostiene San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi.

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