Svizzera: vescovi, sarebbe “dannoso per la coesione sociale abolire il canone radiotelevisivo” con il prossimo referendum

Sarebbe “dannoso per la coesione nazionale e aumenterebbe le divisioni sociali esistenti” se al prossimo referendum di marzo i cittadini svizzeri decidessero di abolire il canone radiotelevisivo, la cosiddetta “iniziativa no-billag”, essendo Billag SA l’Ufficio svizzero di riscossione dei canoni radiotelevisivi. Ne hanno parlato i vescovi svizzeri nel corso della loro assemblea plenaria che si è svolta il 4-6 dicembre a Engelberg e nel corso della quale hanno deciso di prendere posizione insieme, con un comunicato diffuso oggi. I vescovi svizzeri “considerano molto importante che sia ancora possibile un dibattito pubblico, in cui le diverse opinioni – anche quelle delle minoranze – abbiano il loro posto”. Il timore è che, se l’iniziativa passa, si corra il rischio che “la formazione dell’opinione pubblica dipenda ancora di più da imprese dei media estere o finanziariamente potenti”; ne conseguirebbe un indebolimento “dell’identità svizzera, specialmente nella Svizzera francofona e italiana”. A Engelberg i vescovi hanno anche deciso di aggiungere altri 300mila franchi (oltre i 500mila iniziali) al fondo destinato all’indennizzo di vittime di abusi sessuali commessi nel contesto ecclesiale e ormai prescritti. Il fondo si sta esaurendo ma in base ai dati della Commissione di esperti, dopo la cerimonia di pentimento del 5 dicembre 2016, “molte vittime si sono palesate” per fatti che risalgono al passato.

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