Papa Francesco: su vaticannews.va i momenti più importanti del 2017

I momenti più importanti vissuti da Papa Francesco in Vaticano, a Roma e dintorni nel corso del 2017. Li ricapitola, su www.vaticannews.va, Alessandro Di Bussolo. Si va dall’abbraccio con i terremotati del Centro Italia alla condanna del possesso di armi nucleari, dalle udienze ai leader europei, a Trump e Abu Mazen, alla supplica al cimitero americano di Nettuno.
Papa Francesco inizia il suo 2017 abbracciando in Aula Paolo VI, il 5 gennaio, 7mila abitanti di Lazio, Umbria e Marche, colpiti dai terremoti di agosto e ottobre 2016. Il 14 gennaio riceve in Vaticano il presidente palestinese Abu Mazen, che poco dopo inaugura la sede dell’ambasciata della Palestina presso la Santa Sede.
A febbraio, il 17, il Pontefice visita l’Università Roma Tre, e per la prima volta entra in un ateneo pubblico. Definisce l’università luogo di “dialogo nelle differenze” nel quale discutere di integrazione, perché le migrazioni “non sono un pericolo”, ma “una sfida per crescere”. Dieci giorni dopo Francesco è il primo Papa a visitare la Chiesa anglicana di Ognissanti a Roma, e sottolinea che il dialogo ecumenico si fa in cammino”.
Il 24 marzo, alla vigilia delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma che diedero vita alla Comunità europea, i leader del Vecchio Continente incontrano il Papa argentino, che ricorda loro i valori fondanti, dall’unità alla solidarietà, dalla famiglia all’aiuto ai giovani.
A termine del tradizionale appuntamento della Via Crucis al Colosseo, il 14 aprile, Francesco prega il Cristo crocifisso. “Torniamo a Te con gli occhi abbassati di vergogna e con il cuore pieno di speranza” scandisce, dopo aver enumerato i pesi sulla coscienza dell’uomo. Nella Messa di Pasqua, in Piazza San Pietro, il Papa sottolinea che la Risurrezione di Gesù “è il mistero della pietra scartata che finisce per essere il fondamento della nostra esistenza”.
Il 4 maggio il Pontefice riceve i partecipanti alla prima assemblea plenaria della Segreteria per la Comunicazione, e ricorda che “riforma non è imbiancare un po’ le cose”. Venti giorni dopo, il 24 del mese, il Papa incontra in Vaticano il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Temi del colloquio l’impegno della Chiesa negli States per i migranti, il Medio Oriente e la tutela dei cristiani minacciati dai terroristi.
Cinquantamila fedeli del Rinnovamento carismatico cattolico, che festeggiano i 50 anni della loro nascita, ma anche evangelici e pentecostali animano la Veglia di Pentecoste al Circo Massimo di Roma, la sera del 3 giugno. A loro Papa Francesco dice che il perdono è il dono più grande dello Spirito Santo. Il 10 giugno il Papa incontra al Quirinale il presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella, e invita il Paese ad “un’alleanza di sinergie e iniziative” per “generare e accompagnare processi che diano luogo a nuove opportunità di lavoro dignitoso”.
Una settimana dopo riceve la visita della cancelliera tedesca Angela Merkel, e con lei concorda sulla responsabilità della comunità internazionale nel contrastare la povertà e la fame, la minaccia globale del terrorismo e i cambiamenti climatici. Nel pomeriggio del 28 giugno, vigilia della solennità di San Pietro e Paolo, Francesco presiede il concistoro per la creazione di cinque nuovi cardinali, i primi in Laos, Mali, Svezia e El Salvador.
L’11 ottobre il Pontefice interviene alla commemorazione per i 25 anni della costituzione apostolica Fidei Depositum che accompagnava l’uscita del Catechismo della Chiesa Cattolica, e sottolinea che la tradizione è una realtà viva, “la Parola di Dio non può essere conservata in naftalina”, ma progredisce e cresce.
Nel giorno della commemorazione dei defunti, Francesco sosta tra le tombe e poi celebra messa nel cimitero americano di Nettuno, dove riposano i caduti della Seconda Guerra Mondiale sul fronte italiano. E rivolge una supplica, quando il mondo “si prepara per andare più fortemente in guerra”: “Signore, fermati. Non più. Non più la guerra. Non più questa strage inutile, come aveva detto Benedetto XV. Meglio sperare senza questa distruzione: giovani… migliaia, migliaia, migliaia, migliaia … speranze rotte”.
E poi, nel Sacrario delle Fosse Ardeatine, prega e depone rose bianche su alcune tombe delle 335 vittime, militari e civili, dell’eccidio del 24 marzo 1944, compiuto per rappresaglia dai nazisti.
Il 10 novembre, infine, ricevendo i partecipanti al simposio internazionale sul disarmo nucleare organizzato dal nuovo dicastero per lo Sviluppo umano integrale, Papa Francesco condanna “con fermezza” le armi nucleari, funzionali ad una logica sulla paura.

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