Corridoi umanitari: Genova, arrivate tre ragazze eritree dalla Libia

“Appena hanno capito che si potevano fidare di noi, la prima cosa che ci hanno chiesto è stato uno smalto. Qualche giorno dopo, invece, di essere accompagnate in chiesa”. Despoina Pavlakou, responsabile della cooperativa “Il Melograno”, racconta così al Sir i primi giorni nella struttura di Genova delle tre ragazze eritree, tra i 19 e i 22 anni, arrivate nei giorni scorsi nel capoluogo ligure. Erano tra i 160 profughi, giunti all’aeroporto militare di Pratica di Mare, a Pomezia (Roma), con il primo corridoio umanitario aperto con la Libia, grazie all’impegno della Cei e del governo italiano. Le tre ragazze sono cristiane e una di loro è sposata. In fuga dall’Eritrea, per non essere costrette ad arruolarsi nell’esercito, raccontano di essere state rinchiuse in un carcere, in Libia, per quasi un anno. La struttura che oggi le ospita fa capo alla Fondazione Auxilium, ente patrocinato dalla Caritas di Genova. Con loro vivono attualmente altre 24 donne, fuggite dalla Nigeria e arrivate in Italia a bordo di un barcone. “Hanno telefonato ai loro familiari che si trovano in altri Paesi del nord Europa, Germani, Svezia e Belgio – racconta Pavlakou -. Sperano di poterli raggiungere presto”. Dopo il loro arrivo, i primi screening medici che continueranno nei prossimi giorni all’ospedale Galliera. “Apparentemente le ragazze sembrano in buona salute, ma continueremo le analisi”. Saranno, inoltre, inserite in corsi di italiano per stranieri, curati da volontari, ex insegnanti in pensione, e in percorsi di alfabetizzazione e di avvicinamento al lavoro.

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