Ecumenismo: card. Koch, “la sorella della religione è la pace”

“La sorella della religione è la pace e, in alcun modo, la violenza può trovare giustificazione. Questo è il messaggio che dobbiamo diffondere in tutto il mondo”. Lo ha detto il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, in un’intervista al Sir, in cui ripercorre dal “punto di vista ecumenico” il 2017. “I cristiani nel mondo sono perseguitati e uccisi non perché cattolici o ortodossi, protestanti o luterani, riformati e anglicani ma perché cristiani”, ha spiegato. Dopo aver citato Giovanni Paolo II, che “ha dedicato un intero capitolo della sua enciclica “Ut unum Sint” all’ecumenismo dei martiri”, il cardinale ha ricordato che “oggi Papa Francesco parla di ecumenismo del sangue”. “L’80% di tutti gli uomini che nel mondo sono perseguitati in nome della religione sono cristiani”, ha aggiunto. Tra le tappe principali del dialogo ecumenico, l’incontro tra Papa Francesco e l’allora presidente della Federazione luterana mondiale a Lund, in Svezia, per la commemorazione dei 500 anni della Riforma. “Penso che questo evento sia il frutto di un grande dialogo che è stato portato avanti nel passato. Il 2017 è l’anno in cui abbiamo fatto memoria dei 50 anni di dialogo ecumenico tra luterani e cattolici, che è stato il primo che la Chiesa cattolica ha intrapreso dopo il Concilio Vaticano II”. Il 2017 è stato anche l’anno in cui sono state portate da Bari in Russia le reliquie di san Nicola. “Il giorno dopo l’incontro a L’Avana con il Papa, il Patriarca Kirill mi ha espresso il desiderio di avere la reliquia di san Nicola a Mosca e a San Pietroburgo – ha raccontato il porporato, che esclude in questo momento un nuovo incontro tra i due -. E questo trasferimento ha aiutato molto. Dopo l’incontro con il Papa, il Patriarca ha avuto molta opposizione, anche nella Chiesa ortodossa russa. Ma con la presenza delle reliquie, ha potuto dire: questo è il primo frutto dell’incontro dell’Avana e questo ha aiutato molto a cambiare la mentalità. È l’ecumenismo dei santi, che apre opportunità per includere nel dialogo i credenti”.

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