Natale: mons. Delpini (Milano), “costruire la pace sulle strade delle nostre città”

“Non so da quando abbiamo finito di sperare, in questo nostro vecchio Continente, ma so che possiamo continuare a farlo solo accogliendo Cristo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, durante l’omelia del solenne pontificale di Natale, che ha presieduto, ieri, nel duomo. Dopo aver posto una serie di interrogativi sulla speranza e sulla pace, il presule ha spiegato che le risposte non le ha neppure l’arcivescovo, che, però, “non può tacere la parola profetica che indica in Gesù il principe della pace” di fronte alla “forma” che “sta assumendo la nostra società”, “sottratta alla ricerca del bene di tutti e consegnata al calcolo”. Il presule ha indicato la “pace autentica”, non “quella delle mode del momento, delle ideologie che si rivelano seducenti, promettendo paradisi in terra, ma che sono ingannevoli”, nei discepoli di Gesù che “sono il popolo della pace che percorre i secoli”. Una pace che “si mette di mezzo tra gli uomini in guerra, nei conflitti sulle strade delle nostre città, per continuare il canto degli angeli”. Durante l’omelia della Messa nella notte di Natale, l’arcivescovo aveva invito i fedeli a “non rassegnarsi alle tenebre perché siamo fatti di luce”. “Mi hanno detto che la mia città preferisce le tenebre alla luce, preferisce la maschera alla verità, preferisce l’apparenza artificiosa alla semplicità, preferisce narrare storie di progressi infiniti”, aveva affermato. “Io, però non mi rassegno, noi non ci rassegniamo a preferire le tenebre: siamo convocati per celebrare il mistero dell’irrompere della luce e accogliamo Gesù. Nella sua luce vediamo la luce”.

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