Natale: card. Bagnasco (Genova), “si pretende di avere nuove vite ad ogni costo e di sopprimere la vita umana”. Eppure non ne siamo “padroni ma custodi”

foto SIR/Marco Calvarese

“Il Natale è la nascita di Gesù, Figlio di Dio e Signore della storia”. E se “il mondo tende a dare altri nomi a questo santissimo giorno, e a riempirlo di altri significati per giustificare luci e colori, addobbi e festa, la verità per noi cristiani resta questa, e come tale la proclamiamo per essere fedeli alla fede e quindi al mondo”. Ad affermarlo il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, nell’omelia pronunciata ieri nella cattedrale di san Lorenzo, in occasione della messa di Natale. “Il Natale del Signore – ha detto ancora il cardinale – ci fa riflettere sul mistero della vita, dono che Dio pone nelle nostre mani non come padroni ma come custodi” e “su questo versante, il discorso è quanto mai serio e decisivo, poiché assistiamo ad una paradossale schizofrenia. Da una parte si pretende di avere nuove vite ad ogni costo, e dall’altra si pretende di sopprimere la vita umana: nell’uno e nell’altro caso, la mentalità è quella del padrone e non del custode, è quella dell’individualismo assoluto e non quella della solidarietà personale e collettiva”. Al contrario, per il cardinale, “la società è veramente umana quando si spende innanzitutto per i più deboli: i bambini, i vecchi, i malati; diversamente, dà l’idea che prevalga il criterio dell’economia e dell’efficienza anziché dell’amore, che sempre più si affermi l’io anziché il noi”. L’arcivescovo ha poi ricordato che “la famiglia è sotto l’attacco di una cultura che vuole destrutturare, liquefare i vincoli, che fa apparire la sequenza ordinata dei giorni e dei doveri qualcosa di insopportabile, anziché la struttura portante e lieta dell’esistenza”. Per questo, ha esortato i fedeli a combattere tale deriva: “Cari amici dobbiamo opporci a questa demolizione della famiglia così come Dio l’ha creata, e come l’esperienza universale la conosce. La sua stabilità genera personalità stabili e mature, e crea una società affidabile”.

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