Yemen: Save the Children, “migliaia di bambini morti a causa di violenza, fame o patologie prevenibili come il colera”

“Sono trascorsi mille giorni dall’inizio dell’escalation internazionale del conflitto in Yemen, che ha già condotto alla morte di migliaia di bambini a causa di violenza, fame o patologie prevenibili come il colera”. Lo denuncia oggi Save the Children, in una nota nella quale evidenzia come “dal 26 marzo 2015 la situazione in Yemen, già Paese più povero del Medio Oriente, si è ulteriormente deteriorata, fino a divenire un incubo a occhi aperti in cui i bambini muoiono di fame ogni giorno e sono bombardati a casa e a scuola”. Secondo l’organizzazione, “4,5 milioni di minori e donne incinte o in allattamento sono ora affetti da malnutrizione acuta (+148% rispetto al tardo 2014), mentre 462mila bambini soffrono di malnutrizione acuta grave (+200% rispetto al 2014) e 63 nati vivi ogni 1.000 muoiono prima del quinto compleanno (contro i 53 del 2014). Se le attuali tendenze saranno confermate potrebbero esserci quasi 600mila bambini sotto i cinque anni gravemente malnutriti in Yemen nel 2018”. Nella nota si sottolinea anche che “negli ultimi 1.000 giorni sono stati registrati 15mila attacchi aerei. L’uso di armi esplosive in aree densamente popolate sta aumentando, con il conflitto che diventa più prolungato e urbano, e i bambini ne stanno pagando il prezzo più alto. Quando queste bombe cadono sulle città, il 92% dei feriti è rappresentato da civili”. Per Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen, “di fronte a tutto questo dolore, l’inattività della comunità internazionale o l’incapacità di porre fine alla sofferenza dei bambini in Yemen è vergognosa. Ci aspettiamo che muoiano 50mila bambini solo in questo anno e se la guerra continuerà saranno innumerevoli le ulteriori vite perse, senza ragione, in Yemen”. “È necessario porre immediatamente fine a ogni restrizione che sta impedendo di entrare ad aiuti umanitari e rifornimenti di carburante, cibo e medicine e abbiamo urgente bisogno di un cessate il fuoco credibile e di negoziare un accordo di pace”, conclude Kirolos.

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