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Ue: Commissione, “rischio di grave violazione dello stato di diritto in Polonia”

(Bruxelles) Esiste “un chiaro rischio di grave violazione dello stato di diritto in Polonia”, per cui oggi la Commissione europea ha adottato una “proposta ragionata” a indirizzo del Consiglio dell’Ue perché si pronunci. Le recenti riforme giudiziarie in Polonia, si legge in una nota di Bruxelles, spingono la Commissione a sollevare dubbi “sulla effettiva applicazione del diritto Ue, dalla protezione degli investimenti al riconoscimento reciproco delle decisioni in vari settori come le controversie sulla cura dei bambini o l’esecuzione di mandati di arresto europei”. Per la prima volta la Commissione chiama in causa l’art. 7 (con relative sanzioni) del Trattato per le violazioni dello stato di diritto. La Commissione ha emesso una “(quarta) raccomandazione complementare” in cui elenca “le misure che le autorità polacche possono adottare per porre rimedio alla situazione”. Tempo tre mesi. La Commissione ha anche deciso di avviare la tappa successiva del processo d’infrazione verso la Polonia, ricorrendo alla Corte europea per “inosservanza del diritto dell’Unione con la legge sull’organizzazione dei tribunali ordinari”. Nonostante i “provvedimenti senza precedenti”, la Commissione è aperta a “un dialogo costruttivo” per porre rimedio alla situazione, si legge nella dichiarazione. Le precedenti “raccomandazioni” (27 luglio e 21 dicembre 2016, 27 luglio 2017) non hanno sortito effetti; nella quarta l’attenzione è sulle “preoccupazioni sollevate dalla nuova Corte suprema e dalla legge sul Consiglio nazionale della magistratura, adottata dal parlamento polacco il 15 dicembre scorso”.

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