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Ue-Chiese: dialogo sul “contributo positivo” che gli attori ecclesiali portano alla politica estera

Il segretario generale Comece Poquillon con l'eurodeputata McGuinness

(Bruxelles) Parlamento europeo e Chiese in dialogo sul “contributo positivo che Chiese e attori ecclesiali in generale possono portare allo sviluppo di una politica esterna più coerente, basata sul ruolo della legge e sul rispetto della dignità umana”: è quello che si è svolto il 6 dicembre scorso a Bruxelles. Vi ha partecipato anche la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) che ne riferisce oggi in un comunicato stampa, mettendo in luce alcune osservazioni che la sua delegazione ha sollevato durante l’evento. Un invito alle “istituzioni dell’Ue a riflettere sul concetto di cittadinanza nei Paesi limitrofi e nella regione Mena”, cioè Medio Oriente e Africa settentrionale, è stato rivolto dall’arcivescovo maronita di Cipro Youssef Soueif, che ha anche “insistito sull’importanza dell’istruzione e del dialogo come chiavi per avere pace e stabilità e superare l’odio”. Shannon Pfohman (Caritas Europa) ha invece sottolineato la “specificità dell’azione della Chiesa cattolica nell’area dello sviluppo” e ha invitato “le istituzioni dell’Ue a garantire parità di accesso ai finanziamenti comunitari senza discriminazioni” nei confronti delle organizzazioni di ispirazione religiosa. La Comece “incoraggia il Parlamento Ue a integrare pienamente le sue raccomandazioni politiche nelle iniziative parlamentari rilevanti”, si legge nella nota stampa, e si rende disponibile a “collaborare a simili eventi anche in futuro”.

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