Perù: i vescovi su procedura impeachment per il presidente Kuczynski. “Pensare al bene comune, in gioco democrazia e Stato di diritto”

“Uno scenario complesso e doloroso”. Così la presidenza della Conferenza episcopale peruviana (Cep) valuta l’attuale situazione politica del Paese, dopo che i principali organi dello Stato – l’Ufficio del procuratore generale, la Corte costituzionale e la presidenza della Repubblica – sono stati coinvolti in interrogatori e indagini. L’attenzione è tutta sul presidente della Repubblica Pedro Pablo Kuczynski: venerdì scorso il Congresso, a larga maggioranza, ha avviato la procedura di impeachment per il capo dello Stato, indagato per corruzione e in particolare per aver ricevuto tangenti dalla multinazionale brasiliana delle costruzioni Odebrecht, nell’ambito di uno scandalo che sta infiammando tutto il continente. A favore della procedura di impeachment hanno votato sia Fuerza Popular, il gruppo di Keiko Fujimori maggioritario in Parlamento (nel 2016 la figlia dell’ex dittatore fu sconfitta da Kuczynski al ballottaggio per poche migliaia di voti), sia il Frente Amplio, il principale gruppo della sinistra.
Nel comunicato di ieri la Cep ribadisce, “in questa ora cruciale che vive la nostra patria, in cui sono in gioco la permanenza dell’ordine democratico e dello Stato di Diritto”, quanto già sostenuto nel mese di novembre: “Ci preoccupano l’indebolimento delle istituzioni e dei poteri dello Stato e la corruzione”. Nel comunicato di ieri i vescovi aggiungono: “La Chiesa difende il valore delle istituzioni e la divisione dei poteri dello Stato. Questa suddivisione è il principio dello Stato di diritto”. La nota prosegue individuando nella corruzione la radice della crisi che vive il Paese: “Tra le deformazioni del sistema democratico, la corruzione politica è una delle più gravi, perché tradisce allo stesso tempo i principi della moralità e le regole della giustizia sociale… La corruzione distorce il ruolo delle istituzioni rappresentative. Ricordiamo alle autorità peruviane il loro dovere di salvaguardare le istituzioni democratiche, rispettando il quadro costituzionale, giuridico e procedurale che ci garantisce tutti. È necessario bloccare ogni indizio di abuso di potere e rispettare l’autonomia e l’equilibrio dei poteri dello Stato”.
Concludono i vescovi: “Invitiamo tutta la classe politica del Paese, e soprattutto il Congresso della Repubblica, a riscoprire la via del dialogo e della prudenza, nella verità e nella giustizia, come insegna Papa Francesco: non un dialogo tra sordi, ma un incontro basato sull’ascolto, che accolga suggerimenti e condivida preoccupazioni, uno scambio reciproco basato sulla fiducia. Quando si tratta del bene del Perù, non dovrebbero governare interessi particolari ma il bene comune della Patria!”.

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