Sanità: Macrì (Oss. legalità e previdenza), “sistema funziona ma occorre contrastare infiltrazioni criminalità e corruzione, codice occulto utilizzato da mafie”

“L’art. 32 della nostra Costituzione garantisce il diritto alla salute, ma questo deve coincidere con un dovere?”. Se lo chiede Vincenzo Macrì, già procuratore generale della Repubblica e già viceprocuratore generale presso la Direzione nazionale antimafia, presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio su salute, previdenza e legalità, presentando oggi a Roma il primo Rapporto sul sistema sanitario italiano, “Il termometro della salute”, realizzato dalla Fondazione Enpam e da Eurispes sotto l’egida dell’Osservatorio. “No”, la sua risposta, “a condizione però che la volontà individuale di non curarsi non porti danno alla comunità”. Con riferimento alla questione vax-no vax, Macrì parla di “una situazione che in Italia ha determinato il ministro Lorenzin a disporre l’obbligatorietà dei vaccini, cosa di cui – scandisce – la ringrazio perché laddove non si provvede, la legge ha l’obbligo di imporli per tutelare la salute collettiva”. Tra le criticità del Ssn, Macrì individua il problema della sostenibilità, le disuguaglianze tra regioni accentuate dalla riforma del federalismo, il commissariamento della sanità “in quasi tutte le regioni meridionali”, le “infiltrazioni della criminalità organizzata”. “Attraverso strumenti finanziari – afferma – le organizzazioni criminali sono presenti in tutto il mondo: è ovvio si interessino ad un settore appetibile come quello della sanità privata, soprattutto quella convenzionata. In questo orizzonte si inserisce l’omicidio nel 2005 dell’allora vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno”. Ulteriore criticità la corruzione, “diventata lo strumento principale nel nostro sistema degli appalti, una sorta di codice occulto utilizzato anche dalle mafie, molto più efficace di intimidazioni e violenze perché incatena in un rapporto indissolubile corrotto e corruttore in cui l’uno deve proteggere l’altro”. “Complessivamente però il sistema funziona – conclude Macrì -, viene valutato positivamente anche a livello internazionale e copre le esigenze di salute del Paese. La qualità della vita degli italiani è tra le più elevate d’Europa, e il quadro di sanità generale è soddisfacente”.

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