Rifugiati: Centro Astalli, inaugurati i nuovi locali ristrutturati della mensa “nel cuore di Roma”

Un impianto di areazione a norma, docce e uffici ristrutturati: sono stati inaugurati oggi a Roma da mons. Angelo De Donatis, vicario di Roma, i nuovi locali della mensa per richiedenti asilo e rifugiati del Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per rifugiati, dove ogni giorno passano in media circa 300 persone. Nel 2016 sono stati almeno 20.000 i richiedenti asilo e rifugiati che hanno usufruito dei servizi in via degli Astalli 14a, un importante punto di riferimento nella capitale che offre gratuitamente pasti, docce, ambulatorio medico e orientamento socio-legale. “Qui tutto ebbe inizio 30 anni fa dall’intuizione di padre Arrupe – ha detto padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli -. Questo luogo è diventato casa per tante persone, forse quasi un milione in più di trent’anni. Un luogo nel cuore della nostra città, un luogo semplice, poco visibile e sottoterra che diviene casa per una persona straniera”. Non è secondario, ha precisato padre Ripamonti, “che questa mensa si trovi nel cuore di Roma, capitale del nostro Paese. È un seme di umanità che va curato e difeso perché è baluardo contro la disumanizzazione e la criminalizzazione dell’azione umanitaria, è baluardo contro ogni forma di intolleranza più o meno manifesta”.  Una rifugiata del Camerun, Sussy Ntoko, ha raccontato la storia della sua difficile fuga da sola, lasciando la figlia da una sorella in Nigeria, perché le loro vite erano in pericolo: “La destinazione non mi importava. dovevo solo trovare un posto sicuro – ha detto -. La mia prima casa in Italia è questo posto. Qui ci sono i miei amici, il mio medico, il mio avvocato. Ho capito che per un rifugiato in un Paese straniero la cosa più importante è sapere che c’è qualcuno che ti conosce e ti riconosce”. Alla ristrutturazione hanno contribuito la Fondazione Bnl e il gruppo Bnp Paribas, che l’ha sostenuta nell’ambito del progetto internazionale “Support to refugees”. Luigi Abete, presidente Bnl, ha ricordato che “essere proattivi nella solidarietà non è solo un atto di bontà ma un grande investimento sociale e culturale”.

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