Diocesi: mons. Crociata (Latina), “guardare con rinnovata cura ai giovani”

È un “invito a guardare con rinnovata cura ai giovani” quello rivolto oggi pomeriggio dal vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, mons. Mariano Crociata, in occasione della celebrazione eucaristica per l’anniversario della dedicazione della cattedrale di S. Marco nella giornata in cui ricorrono gli 85 anni della fondazione della città di Latina, avvenuta il 18 dicembre 1932. Il vescovo ha voluto incentrare la sua omelia sui giovani, “un aspetto che senza dubbio tocca tutti, in ogni ambito istituzionale e fascia sociale”. “Possiamo dare tutto ai nostri ragazzi – ha osservato mons. Crociata – ma se non siamo in grado di dare un’umanità matura significativa attraverso le nostre persone, nulla basterà ad appagare il loro desiderio di vita”. Il vescovo ha inoltre rilevato che “di oggetti a volte ne hanno troppi e non sanno che farsene, tanto da cercare sensazioni ed esperienze sempre più estreme per sfuggire alla pena lancinante che li scava dentro e all’angoscia mortale di non sapere perché sono al mondo e che cosa farsene della vita”. “Se noi adulti continuiamo ad essere immaturi e ripiegati su noi stessi come adolescenti – ha ammonito – non c’è surrogato economico, tecnico e perfino religioso che possa prendere il nostro posto e colmare il vuoto che noi stiamo scavando nelle loro anime”. Secondo mons. Crociata, “anche dal punto di vista religioso, non ci è consentito pensare che possiamo fare a meno di autenticità umana ripiegando sulla devozione o sulle pratiche religiose: il cristianesimo è vero dove porta a compimento la nostra umanità; la fede non copre e non sopporta l’immaturità, ma promuove e sostiene il senso di responsabilità, la serietà e la coerenza delle scelte e della corrispondenza tra parole e vita”. Per il vescovo, “c’è speranza dinanzi a noi se solo decidiamo di cambiare rotta, cominciando a fare una cosa molto semplice: educare noi stessi educando i nostri ragazzi, da adulti umili che non temono di accettare le conseguenze delle proprie scelte, di correggersi, di lasciarsi educare educando altri”. E ha invitato all’“ascolto”, al “dialogo” e a “dare spazio all’iniziativa dei ragazzi e dei giovani”.

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