Natale: mons. Satriano (Rossano-Cariati), “ci conduce fuori da noi stessi, dalle nostre realtà rassicuranti, per incontrare l’altro”

“Il Natale ci conduce, come i pastori, fuori da noi stessi, dalle nostre realtà rassicuranti, per incontrare l’altro, la vita con le sue fatiche, nel tentativo di prendere coscienza di quanto sia necessario per tutti un cambio di mentalità”. Lo scrive l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Giuseppe Satriano nella lettera “Impariamo a generare amore” inviata alla diocesi in occasione delle prossime festività natalizie. “Il tempo del Natale che ci accingiamo a vivere è foriero di vita nuova e ci provoca a percorsi non sentimentali ma ricchi di autenticità e di coraggio”, rileva mons. Satriano, evidenziando come “viviamo in un tempo che, più che essere caratterizzato da cambiamenti, è un vero cambiamento d’epoca: siamo interpellati a guardare la storia in modo nuovo”. Secondo l’arcivescovo, “il nostro territorio vive il dramma della crescita della povertà a vari livelli. Il degrado aumenta a danno di strati sempre maggiori della società e le istituzioni, quando non sono inermi e sorde, riescono a malapena a intercettare il quadro dei bisogni”. “Le nostre comunità ecclesiali – prosegue – si trovano sempre più dinanzi a nuovi poveri che non sono solo i miseri, privi spesso del necessario, ma anche quelle realtà umane dove è in crisi la relazione, la sana affettività, il senso del futuro”. Mons. Satriano ricorda che “ognuno di noi è chiamato a dare quello che ha, nel suo piccolo”. “Ciascuno è chiamato a proferire il suo ‘eccomi’ capace di generare nuovi percorsi e spazi di speranza per tutti”, ammonisce l’arcivescovo, ricordando “a tutti come i fratelli reclusi della casa circondariale di Rossano si spendono, privandosi del poco che hanno, per sostenere alcuni pasti della Caritas e sostengono, con i loro lavori, progetti di beneficenza a vantaggio dei più poveri tra noi. Un piccolo-grande esempio di come ognuno possa farsi dono suscitando scintille di vita nuova”. “Il Natale non ci trovi rintanati nel finto tepore delle nostre ipocrisie, ma per strada e con audacia, a braccia aperte e pronte verso i bisogni di chi ci sta accanto”, aggiunge mons. Satriano, che chiede alle Istituzioni “scelte contro corrente, capaci di mutare il corso di una storia, dove la rassegnazione e il fatalismo, la corruzione e l’indifferenza, sembrano essere imperanti”.

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