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Germania: presentato il secondo “Rapporto ecumenico sulla libertà di religione dei cristiani nel mondo”

Il secondo “Rapporto ecumenico sulla libertà di religione dei cristiani nel mondo” è stato presentato oggi in una conferenza stampa a Berlino da Ludwig Schick, vescovo di Bamberg, presidente della Commissione Chiesa universale della Conferenza episcopale tedesca, e da Petra Bosse-Huber, vescovo incaricato per le questioni internazionali della Chiesa evangelica tedesca. Il documento offre una “panoramica dello stato globale del diritto umano alla libertà religiosa”. Lo studio è espressione della “speciale solidarietà” verso i “fratelli e sorelle nella fede” che “vivono molte difficoltà e subiscono discriminazioni”, ha spiegato mons. Schick. Guarda in primo luogo ai cristiani, “ma non è esclusivo”. Per i cristiani in alcune parti del mondo è “amara routine quotidiana” vivere nell’impossibilità di “frequentare le celebrazioni in una chiesa o leggere la Bibbia con altri”, ha ricordato il vescovo Petra Bosse-Huber. È ancora “particolarmente tormentata” la situazione dei cristiani in Medio Oriente, in alcune zone dell’Africa sub-sahariana o nei Paesi (Cina, Vietnam e alcuni Paesi dell’ex Urss) in cui le attività religiose sono “controllate e limitate” dai governi. Si parla anche di Myanmar e India dove le repressioni sono compiute in nome di una “eredità religioso-culturale”. E poi c’è l’Europa “dove i segni e le confessioni religiose sono sempre più banditi dalla sfera pubblica”. Un’attenzione speciale è dedicata agli ostacoli posti al “diritto di cambiare il proprio credo”.

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