Santa Sede: summit xenofobia e populismo. Card. Turkson, “lungo il cammino delle migrazioni muri, rifiuti, spesso addirittura odio”

“Assistiamo oggi al fenomeno della migrazione che ha come effetto l’esperienza di rifiuto, di resistenza, di non accoglienza verso chi non appartiene a una comunità. Un sentimento che prende diverse forme. Talvolta è in gran parte xenofobia, altre volte genera populismo. Alla base è evidente una difficoltà di trattare e accettare la diversità”. Così il card. Peter K.A. Turkson, prefetto del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, spiega al Sir l’incontro di riflessione che si è aperto questo pomeriggio a Roma per discutere dei fenomeni di xenofobia e populismo che sono in forte crescita in seguito alla crisi migratoria. L’evento è promosso dal Consiglio mondiale delle Chiese insieme al Dicastero vaticano, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. L’obiettivo è quello di preparare il terreno per una conferenza mondiale sugli stessi temi, in programma dal 21 al 24 maggio 2018. Ad aver accettato l’invito partecipanti da Germania, Italia, Zimbabwe e Costa d’Avorio e rappresentanti delle varie Chiese che compongono l’organismo del Wcc, dalla Chiesa di Grecia, a quella evangelica luterana, metodista, anglicana. Ad aprire oggi i lavori il cardinale Turkson insieme al pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc).
“La sfida per le persone che si mettono in viaggio è di trovare un nuovo habitat in cui vivere”, dice il cardinale: “Sono costrette ad abbandonare la loro terra e la decisione di fuggire non è facile da prendere. Spesso queste persone trovano lungo questo camino un muro, talvolta un rifiuto, alcune volte addirittura odio. La xenofobia intesa come paura per lo straniero, si rivela anche sotto forma di rifiuto razziale che viene attribuita alla diversità delle razze. Una forma di razzismo che si è molto amplificata in questi giorni. Alcune volte la paura si manifesta anche in base alla religione. L’Onu ha pubblicato diverse dichiarazioni contro la islamofobia, la cristianofobia, tutte fobie, non solo per il colore della pelle, non solo per lo straniero, ma anche per l’appartenenza a una fede, a una religione, a un intero sistema di vita. Sono fenomeni che testimoniano la difficoltà di accettare l’altro, soprattutto chi è diverso”.
Durante la tre giorni di lavoro si esploreranno, perciò, le modalità con cui le Chiese possono lavorare insieme per affrontare in modo proattivo questa crescente paura e trovare risposte costruttive modellate sulla spiritualità e sulle tradizioni cristiane di rispetto dei diritti e della dignità umana. Alla base vi è la convinzione del ruolo cruciale che le Chiese possono svolgere nel compito di “promuovere una società umana giusta e più sana”. “I cristiani – dice Turkson – non devono tradire la loro fede. Sono chiamati a condurre l’umanità alla fratellanza universale. Ad essere soprattutto fedeli alla parola di Gesù che ci unisce come fratelli, per essere veri evangelizzatori”.

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