Sanità: Censis, “aumenta la tendenza all’automedicazione, ma nel rispetto dei consigli di medici e farmacisti”

“Il 73,4% degli italiani è convinto che in caso di piccoli disturbi ci si possa curare da soli. La percentuale è aumentata nel tempo, visto che nel 2007 era pari al 64,1%. Per il 56,5% ci si può curare da sé perché ognuno conosce i propri piccoli disturbi e le risposte adeguate, per il 16,9% perché è il modo più rapido”. Lo rivela la ricerca del Censis “Il valore socio-economico dell’automedicazione”, realizzata in collaborazione con Assosalute e presentata oggi a Roma. “Si curano da soli con farmaci da banco, senza bisogno della ricetta medica, 46 milioni di italiani. Di questi, 15 milioni lo fanno spesso. Il ricorso al farmaco è informato, consapevole e maturo”, spiega la ricerca. La prima volta che si assume un farmaco senza obbligo di ricetta per curare un piccolo disturbo, “il 70,4% degli italiani chiede consiglio al medico o al farmacista, l’83,1% legge sempre il foglietto illustrativo e il 68,4% afferma di comprenderlo appieno”. Trascorsi alcuni giorni dall’assunzione del farmaco, se il disturbo persiste “l’88,5% si rivolge al medico e il 36,2% al farmacista”. Dunque, “l’automedicazione con i farmaci da banco non è mai uno sregolato libero arbitrio soggettivo, si fonda sempre su indicazioni mediche”. E “gli italiani non usano i farmaci come semplici beni di consumo: la spesa pro-capite per farmaci senza obbligo di prescrizione in Italia è pari in media a 40,2 euro all’anno, nel Regno Unito sale a 69,6 euro, in Germania a 80,1 euro, in Francia a 83,1 euro e il valore pro-capite medio tra i grandi Paesi europei è di 65,7 euro. Gli italiani spendono per i farmaci senza obbligo di ricetta il 39% in meno della media degli altri grandi Paesi europei”.

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