Parlamento Ue: votata relazione sui diritti umani nel mondo. “Proteggere la libertà di religione”. Ma si parla anche di aborto

Strasburgo, 13 dicembre: voto in plenaria

(Strasburgo) “La libertà di pensiero, di coscienza, di religione, ivi compresa la libertà di credere o di non credere, di professare o meno la religione di propria scelta, di adottare una religione, abbandonarla o cambiarla, deve essere garantita in tutto il mondo e preservata incondizionatamente, in particolare attraverso il dialogo interreligioso e interculturale”. È un passaggio della “Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2016 e sulla politica dell’Unione europea in materia”, testo approvato oggi dal parlamento europeo a Strasburgo. Il documento porta la firma dall’eurodeputata democratico-cristiana tedesca Godelieve Quisthoudt-Rowohl. Il documento (approvato con 443 sì, 95 no, 84 astensioni) punta quest’anno in particolare l’attenzione sulla difesa della libertà religiosa nel mondo. Tra le fitte pagine emerge la denuncia per le violazioni della libertà di credo, le persecuzioni delle minoranze cristiane e si chiama in causa l’Ue per una mobilitazione politica allo scopo di tutelare tali diritti ovunque nel mondo. Oltre alla libertà di religione, il richiamo va alle violazioni della dignità dei bambini, delle donne, dei migranti; si denunciano la tratta, la pratica della tortura, la povertà, la prostituzione forzata; si indica il pericolo che corrono la libertà di espressione e il diritto all’istruzione in varie regioni del pianeta.
Il testo esprime “profonda preoccupazione per l’arretramento della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto, che continuano a essere minacciati in tutto il mondo”; ricorda che l’Unione “si è impegnata a promuovere l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani e dei valori e delle libertà fondamentali, nonché a promuovere i principi democratici, che devono essere rafforzati a livello mondiale”; ribadisce inoltre la “convinzione che l’Unione e i suoi Stati membri debbano perseguire attivamente il principio di integrazione dei diritti umani e della democrazia – in quanto principi fondamentali che si rafforzano a vicenda e sono centrali per l’Unione – in tutte le sue politiche, comprese quelle con una dimensione esterna, ad esempio in materia di sviluppo, migrazione, sicurezza, controterrorismo, allargamento e commercio”.
La relazione del Parlamento, approvata durante la plenaria in corso a Strasburgo, “manifesta profonda preoccupazione per il numero crescente di attacchi nei confronti delle minoranze religiose, che sono spesso perpetrati da soggetti non statali come l’Isis/Daesh; deplora che molti Paesi abbiano e applichino leggi anti-conversione e anti-blasfemia, limitando di fatto la libertà di religione o di credo e la libertà di espressione delle minoranze religiose”. Il documento condanna inoltre “l’uso della violenza sessuale sulle donne e le ragazze come arma di guerra, compresi gli stupri di massa, la schiavitù sessuale, la prostituzione coatta, le forme di persecuzione basate sul genere, la tratta, il turismo sessuale e ogni altra forma di violenza fisica, sessuale e psicologica”. Come spesso accade in questi casi, il testo va oltre le competenze dell’Ue, sottolineando ancora una volta una posizione favorevole all’aborto. Non manca un richiamo ai matrimoni omosessuali.

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