Tratta: Livia Turco, “riconoscere le esperienze dei religiosi. Bisogna fare rete per affrontare il fenomeno”

“Il piano antitratta riconosca le esperienze dei religiosi. Bisogna fare rete per affrontare il fenomeno del traffico di esseri umani”. Lo ha detto Livia Turco, ex ministro per la Solidarietà sociale, intervenuta oggi pomeriggio, a Roma, al convegno dal titolo “Francesca Cabrini, patrona dei migranti: una santa per l’oggi”, organizzato dal Dicastro per il servizio dello sviluppo umano integrale. Da una sua iniziativa nacque l’articolo 18 del decreto legislativo numero 286 del 98. “Era un tavolo con alcuni operatori impegnati nel contrasto della tratta. Con quel provvedimento abbiamo concesso alle vittime il permesso di soggiorno di un anno, rinnovabile per questioni umanitarie, e un percorso di inserimento sociale per recidere il rapporto tra vittime e aguzzini – ha affermato -. Quell’articolo ha fatto scuola in Europa, perché siamo riusciti a salvare molte vite umane, permettendo alle donne di recidere il rapporto con i loro aguzzini”. Quasi vent’anni dopo, Turco ribadisce, però, che “l’Italia è ancora scossa dal fenomeno della prostituzione di donne straniere per le strade. Per questo motivo, il piano antitratta deve puntare anche alla formazione degli operatori e all’indennizzo delle vittime. Quando la politica latita, bisogna richiamarla alla sua responsabilità”.

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