Giovani: Gialli (giornalista), “per i nostri ragazzi non c’è più alcun tipo di distinzione tra reale e virtuale”

“Per i nostri ragazzi non c’è più alcun tipo di distinzione tra reale e virtuale”. Lo ha affermato questa mattina Laura Gialli, giornalista del Tg2 Rai, intervenendo a Roma all’incontro degli Animatori della comunicazione e della cultura (Anicec) dedicato a “Youtubers e le pratiche di comunicazione online: opportunità per la Chiesa”. Presentando i contenuti del libro “Youtubers” (San Paolo) che ha curato con la pedagogista Chiara Palazzini, Gialli ha osservato come Youtube “abbia cambiato radicalmente usi e costumi dei nostri tempi e anche il modo di comunicare”. Non solo, “i millennials fanno un uso così smodato degli smartphone che le ultime ricerche mettono in luce un cambiamento nella postura dei nostri ragazzi”. Per Gialli, il ruolo degli adulti “in questo mondo si fa ancora più significativo e importante, soprattutto nei primi anni di vita”. A differenza delle generazioni precedenti, “i nativi digitale sperimentano contemporaneamente il mondo digitale e quello reale” ma “rischiano di avere un utilizzo del digitale e una scarsa sperimentazione del reale”. Secondo la giornalista, “Youtube è un mezzo potentissimo che non va sopravvalutato né demonizzato”. Per i giovani, “è, come per tutti i social, una lente d’ingrandimento del nostro mondo, dove tutto appare ingigantito. Forse è questo a spaventare maggiormente il mondo adulto che lì vede riflessi i suoi vizi, mali e pericoli”. Gialli ha spiegato come per le giovani generazioni, “l’uso di Youtube non è mai passivo perché alla base c’è l’azione che permette di fare esperienza. Ogni volta che cliccano compiono una scelta più o meno consapevole che fa acquisire loro una modalità di comportamento completamente diversa dalla nostra”. “I nostri figli vivono un mondo meno duale del nostro, in cui c’è solo distinzione tra chi fa una cosa o chi non la fa, ma non giudicano”. Per descrivere lo spaccato di Youtube, la giornalista ha parlato di alcuni “youtubers” italiani che ha intervistato per il libro: Favij (Lorenzo Ostuni), Violetta Rocks, Gli autogol, Sofia Viscardi, La Cindina (Sandra Sold) e Benedetta Rossi. Ha spiegato che “Youtube è nato nel 2005, è un’azienda e funziona come azienda anche se non appare come tale”. È un mondo in cui la “spontaneità è necessaria ma non sufficiente” e nel quale con il passare degli anni sono entrati la pubblicità, il marketing, la promozione e le agenzie che “individuano e sostengono gli youtubers”. E se i ragazzi “lo utilizzano per divertirsi e dare spazio alla creatività” c’è chi “è diventato una webstar sfruttando il talento” anche se “meno del 5% guadagna grazie a Youtube”. In generale si possono individuare due categorie: i primi sono “i giovani intorno 30 anni, non nativi digitali” ai quali “Youtube ha dato loro la possibilità di sperimentare ciò che il mondo reale non gli ha permesso di fare”. Questi “hanno fatto della loro passione un lavoro”. Poi ci sono i “ragazzi e giovanissimi per cui Youtube è quotidianità e realtà condivisa”. Gialli ha invitato a “non avere un atteggiamento giudicante” e ad “andare a conoscere questo mondo confrontandosi con i ragazzi” evitando “i giudizi frettolosi”. E ha evidenziato come “i ragazzi non sono consapevoli che un loro ‘like’ può far partire una moda, una tendenza o può generare dei dispiaceri”. In ogni caso, “il web dà loro sicurezza perché li fa sentire uniti tra coetanei in un mondo in rapido cambiamento. Sono adolescenti che hanno bisogno di un gruppo e che anche nella realtà si ritrovano e condividono un affetto tangibile”.

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