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Francia: Secours Catholique, rapporto sulle povertà. Bisogni alimentari, ma prima ancora si chiedono “ascolto e accoglienza”

“Benvenuti nella realtà” della povertà in Francia, quella incontrata dall’esercito dei volontari del Secours Catholique/Caritas Francia che nel 2016 hanno accompagnato 1,5 milioni di poveri. Una miniera di notizie il “Rapporto 2017 sulla povertà” pubblicato oggi e che mette in fila i numeri e le percentuali della povertà nel Paese con un ricchissimo apparato di schede e approfondimenti. La prima parte guarda alle “caratteristiche delle famiglie e delle persone incontrate” dai 67.900 volontari: sono per il 29,6% famiglie monoparentali, 23% uomini soli, 17% donne sole, 24,2% coppie con figli, 6% coppie senza figli. L’età media di chi chiede aiuto è 40 anni per gli uomini e 39 per le donne, ma sta velocemente aumentando la fetta degli over 60 che è in difficoltà (adesso 10%). I bambini rappresentano il 47% delle persone incontrate dai volontari. Sul totale, il 39% delle richieste arriva da stranieri (di cui il 42% in regola), il resto sono cittadini francesi. La prima cosa di cui hanno bisogno è “ascolto, consiglio, accoglienza”; poi vengono i bisogni alimentari (56%) e poi aiuti per pagare affitto e bollette (18,5%), anche perché quasi il 68% delle persone che si rivolgono al Secours Catholique è senza lavoro. Da notare che nel circuito dell’aiuto alimentare in Francia nel 2015 erano più di 4,8 milioni di persone (nel 2008 erano 2,8 milioni). Il 73,8% delle richieste arriva da persone che vivono nei grandi poli urbani; 11,7% da chi vive negli spazi “periurbani”, 14,5% da chi vive in piccoli centri urbani o nelle zone rurali.

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