Diocesi: mons. Caiazzo (Matera-Irsina), don Falcicchio è stato “uomo e prete dalle mille risorse umane, dall’entusiasmo contagioso, dal sorriso disarmante”

Don Mimì Falcicchio era un “uomo e prete dalle mille risorse umane, dall’entusiasmo contagioso, dal sorriso disarmante, dalla giovinezza rinnovata”. Lo ha definito così mons. Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina, nell’omelia per le esequie del sacerdote che ha celebrato oggi nella cattedrale di Matera. “Piccolo tra i piccoli, giovane tra i giovani, adulto tra gli adulti, anziano tra gli anziani, malato e sofferente tra i malati e sofferenti, povero tra i poveri, peccatore tra i peccatori”, ha aggiunto mons. Caiazzo delineando il ritratto del sacerdote morto in seguito a una malattia degenerativa. Don Falcicchio aveva cominciato appena un mese fa il suo servizio di parroco del duomo. “Si è preparato alla morte, nonostante la paura del momento, lasciandosi avvolgere dalla potenza dello Spirito Santo per consegnarsi definitivamente nelle mani di Dio Padre. Si è fidato di Dio – ha aggiunto il presule – anche quando il primario ha spiegato con molta chiarezza che poteva accadere quello che nessuno di noi avrebbe voluto. Con il suo solito sorriso sdrammatizzava”. Per l’ultimo saluto al sacerdote la cattedrale di Matera era gremita di fedeli. “Un prete che a 72 anni è stato capace di rimettersi in gioco attraverso quello che gli ha chiesto il vescovo, ossia diventare parroco della cattedrale; quel giorno il primo di ottobre – ha raccontato mons. Caiazzo – sembrava un bambino, emozionato, pieno di luce, contento. Non importa quanto abbia servito questa comunità parrocchiale. Da qui stiamo già raccogliendo la sua eredità. Siamo certi che dal cielo ci aiuterà e ci sosterrà anche nel percorso sinodale che stiamo per affrontare. Don Mimì è stato un prete capace di rinsaldare i cuori divisi, anche nel prebiterio”.

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