Cottolengo: padre Arice, “nessuna esistenza è casuale o inutile”. “Combattere cultura dello scarto” è anzitutto “cambiare mentalità”

“Nessuna esistenza è casuale o inutile”. Ne è convinto padre Carmine Arice, superiore generale della Società dei sacerdoti di san Giuseppe Benedetto Cottolengo e padre della Piccola Casa della Divina Provvidenza. Presentando questa sera alla Piccola Casa a Torino i suoi orientamenti pastorali per il 2017-2018, il religioso premette che “la Piccola Casa è una comunità ecclesiale che ha una sola ragion d’essere: spinta dalla carità di Cristo vuole prendersi cura della vita fragile, sofferente e povera”. “La fatica del percorso – aggiunge – non ci faccia mai dimenticare la bellezza della meta” che solo tutti insieme “potremo raggiungere”. Anche con chi non condivide la fede cristiana “quello che può unirci è più di quello che ci distingue. Insieme possiamo affermare con il gesto della cura, competente e premurosa, la dignità dell’uomo, di ogni uomo, qualsiasi sia la sua situazione fisica, mentale, sociale e spirituale. Siamo consapevoli che nessuna esistenza è casuale o inutile perché l’uomo ‘è cosa molto buona’” (Gen 1,31). Facendo proprio il tema pastorale “Un altro sguardo sulla vita. Dio vide quanto aveva fatto ed era cosa buona”, scelto dal predecessore Lino Piano, p. Arice richiama il discorso di Papa Francesco alla Piccola Casa nel 2015 e sottolinea: “Combattere la cultura dello scarto” significa anzitutto “cambiare mentalità e ritenere che una persona non è degna di vivere perché forte, intelligente, socialmente utile e produttiva, esteticamente attraente, ed economicamente non impegnativa, ma perché è dono di Dio”.

 

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