Ue: Eurydice, Rapporto su formazione alla cittadinanza. Navracsics (Commissione), “scuole costruiscono valori condivisi”

(Bruxelles) Un Rapporto per “presentare i diversi approcci alla formazione alla cittadinanza in Europa” è stato appena pubblicato da Eurydice, la rete dell’Agenzia europea per l’istruzione (Eacea) che si occupa di facilitare la cooperazione tra Paesi Ue in materia di istruzione e formazione. A partire da una serie di direttive europee che identificano nell’educazione alla cittadinanza uno degli “strumenti” per promuovere “i valori democratici, l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva”, il Rapporto presenta un quadro delle diverse strategie e programmi di educazione alla cittadinanza attivi in Europa. Pur nella grande varietà di percorsi, uno studente francese alla fine delle scuole dell’obbligo ha ricevuto 72 ore di formazione alla cittadinanza, un ragazzo croato circa 7 ore, il belga 25. Il dato positivo è comunque che “la formazione alla cittadinanza è parte dei curricula nazionali in tutti i Paesi”. Vengono passati in rassegna i metodi di insegnamento utilizzati: lezioni curriculari, percorsi informali ed esperienze di “partecipazione nella governance della scuola” come strumento di rinforzo all’educazione alla cittadinanza. I metodi di valutazione per un simile insegnamento sono oggetto di un capitolo a parte così come la presentazione degli strumenti e i sostegni a disposizione di insegnanti e formatori. Ogni capitolo è illustrato con un “caso concreto”.
“Questo Rapporto fornisce testimonianze nuove e importanti su come le scuole costruiscono valori condivisi nelle nostre società insegnando agli alunni e agli studenti le competenze necessarie per agire in modo responsabile”, ha dichiarato il Commissario europeo per l’istruzione e la cultura, Tibor Navracsics, alla presentazione del Rapporto. Esso sarà un aiuto anche per la definizione di una “bozza di raccomandazione da parte del Consiglio sulla promozione dell’inclusione sociale e i valori comuni dell’Ue attraverso l’istruzione e l’apprendimento informale”, ha spiegato Navracsics.

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