Vita consacrata: assemblea Cism. Suor Del Core, discernimento e accompagnamento devono essere sempre più “un’esperienza di crescita più che strumento di selezione”

“Nel contesto attuale, soprattutto pensando ai giovani che si affacciano alla vita consacrata e sacerdotale, l’educazione e la formazione dovranno essere sempre più impostate come discernimento e accompagnamento: come un viaggio in compagnia di adulti educatori che conoscono la strada e che possono aiutare i giovani a discernere la via lungo la quale incamminarsi per vivere l’avventura dell’incontro trasformante con il Signore”. Suor Pina Del Core, salesiana, psicologa e terapeuta, parla a Salerno alla 57ª Assemblea della Cism e affronta il tema di quale prevenzione in relazione alle forme di disagio nella vita religiosa e sacerdotale. Ad ascoltarla 120 superiori in rappresentanza di 19mila religiosi presenti in Italia e all’estero; da loro dipendono 1.136 parrocchie italiane su 21.059, 665 santuari, 477 oratori o centri pastorali, 171 strutture pastorali e 207 case di spiritualità.
Rispetto al 2012 c’è stato un calo del 10 per cento nel numero dei religiosi. Suor Del Core analizza questo disagio ed evidenzia quelle sofferenze che si riscontrano con maggior frequenza: “Forme di depressione a volte transitorie e a volte più gravi che durano nel tempo; forme di innamoramento che non possono più essere tenute nascoste o che non si vuole più nascondere; incapacità di gestione appropriata delle risorse emotive soprattutto con i minori nella relazione educativa o nell’accompagnamento personale; situazioni personali di scandalo pubblico; dipendenze da alcool, erotismo, iperattività, droghe, internet; omosessualità non integrata, fonte di aggressività o di fuga, di frustrazione, inferiorità o colpa che possono portare fino alla disperazione”.
La risposta a queste e ad altre forme di sofferenza è soprattutto da ricercare nella formazione. “È il momento delle scelte difficili”, ha detto suor Del Core; una “oculata e efficace prevenzione del disagio risiede proprio nell’attuazione di un più serio processo di discernimento e accompagnamento, ripensandone i significati, gli obiettivi e le modalità nell’intero contesto della formazione sia inziale che permanente”. Discernimento e accompagnamento che, per la salesiana, devono essere sempre più “un’esperienza di crescita più che strumento di selezione”; un processo “che mette al centro la persona e le sue risorse”, un “cammino che si articola nel tempo” e che “non si ferma ai risultati, ma ai processi che si mettono in atto”.

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