Vita consacrata: assemblea Cism. Padre Sabbarese, “il cammino di cura e contenimento di un pedofilo è lungo e difficile”

“Non ci sono ragioni, se non la vergogna e il rimorso per il male commesso, per nascondere o sminuire la gravità dei fatti realmente commessi. Anche un solo caso di violenza su minori compiuto da un chierico-religioso deve essere riconosciuto e condannato. Tenendo ciò per fermo, non deve venir meno il rispetto per ciascuno e la presunzione di innocenza, che deve essere riconosciuta a tutti sino al pronunciamento della condanna definitiva da parte della competente autorità ecclesiastica o da parte della magistratura civile”. Lo ha detto oggi padre Luigi Sabbarese, alla 57ª Assemblea generale della Cism, in corso a Salerno, fino a venerdì prossimo. Parlando sui delicta graviora il professore della Pontificia Università Urbaniana ha affermato che “le vicende del passato devono essere correttamente inquadrate nella loro cornice storica, senza improprie generalizzazioni e senza leggerle a partire dalla sensibilità del presente, che è mutata nel valutare la gravità degli episodi e l’opportunità di divulgarli”. Oggi è cresciuta la consapevolezza che ha condotto a una vera e propria svolta epocale nella comprensione e nella valutazione della natura psichiatrica della pedofilia. Sotto questo profilo, il delitto va considerato non semplicemente come peccato, ma come violazione esterna di una legge penale e va perseguito come tale”.
Padre Sabbarese non si è nascosto che il “cammino di cura e contenimento di un pedofilo è lungo e difficile. Il concetto stesso di guarigione può risultare ambiguo”. È necessario che colui che ha commesso un abuso accetti “sia un cammino penitenziale con i provvedimenti cautelativi decisi dal superiore ecclesiastico, sia una pertinente psicoterapia”. Ed è anche essenziale “che nel cammino formativo del seminario venga offerta ai candidati una efficace integrazione della dimensione umana, alla luce della dimensione spirituale cui essa si apre e in cui si completa”. Infine, per padre Sabbarese è importante un cammino accurato di discernimento nella fase di formazione: “Il ministero pastorale richiede doti sostenute da un concreto equilibrio umano e psichico, particolarmente nell’ambito affettivo, così da permettere al chierico-religioso di vivere la donazione di sé con un cuore libero e gioioso”.

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