![](https://old.agensir.it/wp-content/uploads/2015/11/gmg11_18-755x491.jpg)
Un pellegrinaggio diocesano, possibilmente guidato dal vescovo, inclusivo al punto da permettere la partecipazione di giovani disabili e stranieri, organizzato in maniera flessibile e ricco di incontri, di preghiera, di soste presso luoghi di servizio o di impegno civile, incontro di realtà significative come santuari, luoghi di cura della persona, monasteri di clausura, carceri o luoghi di marginalità. Sono queste alcune delle proposte concrete contenute nel vademecum intitolato “Per mille strade”, messo a punto dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg), guidato da don Michele Falabretti, in vista del pellegrinaggio dei giovani italiani che convergeranno a Roma l’11 e 12 agosto 2018, anno del Sinodo, per incontrare papa Francesco. Per il Snpg “il punto di riferimento dell’esperienza deve essere la singola diocesi. Sarebbe auspicabile che il cammino – in qualche modo guidato e sostenuto dal proprio vescovo – veda la presenza di giovani delle parrocchie, provenienti da associazioni e movimenti e da gruppi animati da religiosi e religiose”. Le diocesi più piccole sono esortate a organizzare insieme il proprio itinerario, mentre per il numero dei partecipanti il Snpg invita a guardare “la capacità organizzativa del gruppo che si mette per strada” e a tenere “un’organizzazione flessibile per non precludere la partecipazione a nessuno”. Soprattutto a ragazzi stranieri e disabili, costoro “non vanno lasciati a casa”. Raccomandabile anche l’aiuto degli uffici diocesani pellegrinaggi. Nello scegliere il percorso, il Vademecum ricorda che “non è tanto importante la quantità di chilometri macinati a piedi, quanto piuttosto il tempo di condivisione effettiva”. Dunque un numero di giorni sufficienti per prevedere “momenti celebrativi e di preghiera, tempi di cammino fatti di parole e di silenzi, proposte di incontro con testimoni, soste presso luoghi di servizio o di impegno civile, incontro di realtà significative come santuari, luoghi di cura della persona, monasteri di clausura, carceri o luoghi di marginalità”. L’itinerario, inoltre, tenga presente “le esperienze di fede” offerte dal territorio. Un’ultima raccomandazione il Vademecum la riserva alle iscrizioni che saranno “necessarie e obbligatorie” anche per problemi di sicurezza. “L’accesso all’area degli incontri, infatti, sarà presidiato dalle forze dell’ordine”.