Tratta: Archer (Pass), fenomeno “in crescita” anche grazie al digitale. Smascherare transazioni sospette

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Un modello per controllare le transazioni sospette e per smascherare, grazie all’attività delle banche e delle istituzioni bancarie, il fenomeno della tratta degli esseri umani. È una delle proposte, giunta dal Canada, emerse durante il  workshop “Assisting victims in Human trafficking. Best practice in resettlment, legal aid and compensation”, che si conclude oggi in Vaticano, nella Casina Pio IV, e si era aperto con l’intervento del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. “Andare oltre la criminalizzazione”, promuovendo iniziative concrete sul versante della protezione delle vittime: con queste parole Margaret Archer, presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, ha sintetizzato i lavori. “Ricollocazione, reintegrazione, riabilitazione”: sono queste – ha spiegato Archer – durante la conferenza stampa svoltasi oggi presso la Sala Stampa della Santa Sede – le tre parole d’ordine per proteggere le vittime di un fenomeno “in crescita” in tutto il mondo, anche grazie alle “nuove forme di reclutamento digitale”.  Il tema del traffico degli esseri umani è “nel cuore del Papa, che dall’inizio del pontificato ci ha chiesto di non dimenticarlo”, ha ricordato Archer, sottolineando che la tratta “non è solo prostituzione e coinvolge soprattutto i soggetti più vulnerabili, come le donne e i bambini”. Come Rani Hong, presidente della Tronie Foundation, che a sette anni è stata rapita e strappata a sua madre e solo da pochi anni può dire: “Ho un nome, un volto. Ho dovuto reimparare come comunicare, come essere di nuovo un essere umano”. “Possiamo fare la differenza solo insieme”, ha affermato a proposito del suo impegno a fianco delle vittime della tratta, definita da Papa Francesco “un crimine contro l’umanità”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

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