Ue-Africa: chiuso il summit di Abidjan. “Cooperazione rafforzata e più equilibrata”. Chiusura dei campi profughi in Libia

Il summit si è concluso aprendo una nuova pagina nei rapporti Unione europea-Unione africana: lo hanno ripetutamente espresso i leader delle due istituzioni nella sessione conclusiva stamane ad Abijan, Costa d’Avorio, davanti ai rappresentanti di 28 stati dell’Ue e i 55 dell’Ua, e subito dopo davanti alla stampa. “Dibattiti franchi”, “senza accuse”, ma “dicendosi la verità”, ha evidenziato Alpha Conde, presidente dell’Ua. “Piano di parità” nel partenariato invece la sottolineatura del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker. Sono stati approvati, ma non ancora pubblicati, una Dichiarazione politica e un Nota congiunta sulla situazione delle migrazioni in Libia. Proprio sulle migrazioni sono emerse delle “divergenze di vedute”, ha accennato il presidente del consiglio dell’Ue Donald Tusk, ma sono state raggiunte “soluzioni accettabili da entrambe le parti”, secondo Conde. Il primo passo concreto dovrebbe essere visibile a breve, con l’evacuazione del primo dei 42 campi presenti in Libia, quello di Tripoli dove sono rinchiuse circa 4mila persone. Il re del Marocco, ha riferito ai giornalisti il presidente della commissione Ua Moussa Faki Mahamat, ha messo a disposizione degli aerei per il rimpatrio immediato delle persone lì rinchiuse.
È “una cooperazione rafforzata e più equilibrata” quella delineata al summit, per fare in modo che nel breve termine si creino in Africa le possibilità immediate di lavoro per il bene dei giovani e per il futuro del continente. “La nostra forza sta oggi nel fatto che finalmente l’Africa è unita”, ha sottolineato il presidente Conde.

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