Corridoi umanitari: Morcone e Vignali (Interno e Esteri), “da sperimentazione a strada del futuro”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Il progetto dei corridoi umanitari, “iniziato come una piccola sperimentazione è diventato il progetto con la I maiuscola e la strada del futuro”. Lo ha affermato oggi all’aeroporto di Fiumicino il prefetto Mario Morcone, consulente del ministero dell’Interno, accogliendo a Roma i primi 25 profughi dal Corno d’Africa provenienti dai campi in Etiopia. Il canale umanitario è stato reso possibile da un protocollo siglato a gennaio tra governo italiano, Cei (Caritas e Migrantes) e Comunità di Sant’Egidio, per accogliere in due anni 500 profughi. “Questa è la strada nella quale noi crediamo e attraverso la quale pensiamo di dare un contributo a tutte le persone che hanno diritto alla protezione internazionale – ha precisato Morcone -. Vogliamo con forza che le persone non rischino più la vita nel deserto o in mare, per rispondere al rispetto dei loro diritti. Questo è il senso e il significato dell’accordo che consentirà di avere, già dai Paesi di origine e dalla Libia in particolare, attraverso corridoi umanitari e resettlement, di portare le persone nei nostri Paesi. E’ tempo di una svolta importante nella politica del nostro Paese”. Anche Luigi Vignali, del ministero Affari esteri, ha definito “un successo” l’esperimento dei corridoi umanitari, “un modello che oramai ci viene copiato anche in altri Paesi ed è stato portato anche alle Nazioni Unite”. Per la prima volta, ha detto, “i corridoi umanitari vanno in Africa sub-sahariana, nei campi in Etiopia, sempre con l’attenzione ai migranti in situazione di vulnerabilità”. La protezione dei diritti umani, ha ricordato, “è al centro della nostra politica migratoria, in particolare migranti vulnerabili, donne e bambini. Un modello che riesce ad unire solidarietà e sicurezza e vuole confermare il nostro forte impegno nei Paesi di transito dei flussi migratori”.

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